La croce sul monte Peron torna a brillare

Anche quest'anno «gli Sgioper» hanno scarpinato il venerdì santo, per illuminarla
La targa di commemorazione dei caduti in guerra
La targa di commemorazione dei caduti in guerra
 
SEDICO.
Nella notte del venerdì santo, osservando bene il Monte Peron, si poteva vedere brillare una croce. Anche quest'anno è stata rispettata la tradizione che vuole un gruppo di appassionati di montagna inerpicarsi fino alla cime del monte che sovrasta Sedico per accendere la croce, simbolo della Pasqua e del venerdì in cui si celebra la Via Crucis.  «Lo facciamo da dieci anni», spiega Massimo D'Incà, uno dei promotori dell'iniziativa. «Ogni anno un gruppo di volenterosi paesani appassionati di montagna il venerdì santo sale con luci e compressore in spalla fino alla cima del monte Peron, per arrivare a illuminare la croce».  Il gruppo si è dato il nome di "Sgioper", che vale come acronimo di S. Giorgio-Peron. Non si tratta, precisa D'Incà, di un'iniziativa con un particolare significato legato alla tradizione o alla religione, «ma è comunque sempre apprezzata da tutti e soprattutto dai fedeli, che all'uscita dalla messa del venerdì santo possono guardare la croce illuminata alzando gli occhi verso la montagna».  Certo, salire fino sulla cima del Peron non è una passeggiata: «La salita è abbastanza faticosa, ci vuole circa un'ora e un quarto, senza sosta», continua D'Incà, che però precisa: «è comunque affrontabile da tutti e infatti la nostra iniziativa è aperta a tutti coloro che vogliono partecipare».  La croce rimane illuminata per circa 6-7 ore (fino a quando finisce il carburante nel compressore), e solo durante la notte del venerdì santo. Quest'anno sulla cime del monte sono saliti in 18, e c'erano anche due ragazzini di 8 e 10 anni. Per tutti, un'esperienza davvero bella, che si è conclusa con l'immancabile panino al salame una volta tornati dalla scarpinata. (a.f.)

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