La desolazione del parco di Lambioi di Belluno e quella rinascita attesa dai bellunesi

Da luogo di aggregazione e relax a simbolo della tempesta , l'area dovrà essere riprogettata per evitare nuovi disastri

BELLUNO

È domenica mattina. La sbarra all’ingresso di quella che fino al 29 ottobre 2018 era la spiaggia di Belluno, a Lambioi, è ancora giù; inutile barriera verso la landa desolata fatta di sassi e detriti rimasta al posto del prato, del chiosco e del bel ambiente del parco fluviale cittadino andato distrutto con l’ondata di piena del Piave. Un luogo a cui Vaia ha tolto il fascino che negli anni lo aveva fatto diventare la meta preferita di tanti bellunesi che, per l’impossibilità di andare al mare o in gita fuori città, si concedevano un momento di relax sull’erba o un tuffo rinfrescante nel Piave.

Un’area che non smette di attrarre nemmeno oggi, nonostante i divieti, gruppi di curiosi, di giovani o di persone in passeggiata, che testimoniano la gran voglia di tornare ad avere un punto di aggregazione immerso nel verde. Purtroppo non mancano degrado e spazzatura, lasciati da chi pensa che l’abbandono, anche solo temporaneo, di un luogo in città equivalga alla possibilità di lasciare rifiuti o maltrattare gli spazi comuni.



Gli importanti lavori eseguiti nell’alveo del Piave dal Genio civile hanno permesso di riempire nuovamente gli spazi da cui la furia dell’acqua aveva strappato via metri e metri di terreno, mettendo a nudo l’argine. Ora, però, i tanti progetti che fino a un anno fa sembravano pronti a mettere il parco al centro della viabilità pedonale e ciclabile della zona, con il tunnel pedonale che dovrebbe collegare la futura area verde a via Lambioi, evitando così che la gente attraversi a piedi via dei Dendrofori, e il collegamento ciclabile pensato per unire la parte alta della città con Borgo Piave e consentire, quindi, il passaggio ai ciclisti nei pressi della spiaggia cittadina, devono ripartire al più presto, con l’obiettivo di dare vita a un’area verde nuova, ancora più bella e sicura per tutti.

Un parco, quindi, da riprogettare completamente, per evitare che torni alla ribalta solo per fatti spiacevoli come lo spaccio di droga e altri effetti del degrado cui è esposta l’area. Al progettista individuato dal Comune è già stato chiesto di valutare il possibile costo per rifare l’area sportiva, con i campi da beach volley, i due parchi gioco (uno per bambini da 1 a 8 anni e l’altro per i più grandi, dai 9 ai 14), l’area barbecue e valorizzare i reperti archeologici ritrovati in zona dopo l’alluvione, come spiegato dall’assessore Marco Bogo durante una recente seduta del consiglio comunale, inoltre uno dei paletti da rispettare sarà la realizzazione delle strutture più in alto rispetto a dove erano installate prima del disastro e più precisamente vicino all’ex Locanda, in un punto della costa oggi occupato dagli alberi, così da evitare di perdere tutto nuovamente in caso di fuoriuscita del fiume dall’alveo.


La visione definitiva di quello che sarà la nuova Lambioi beach non c’è ancora, quel che è certo è che i Bellunesi rivogliono il loro parco fluviale, come dimostrato dalle tante manifestazioni di affetto verso quell’area, come le raccolte di fondi. Prima fra tutte la donazione fatta dai ragazzi di “Belluno alza la voce”, con i proventi della vendita del loro singolo divenuto l’inno alla rinascita del territorio, ma anche lo spettacolo di Danza Oltre al teatro Comunale e altre iniziative pensate per favorire la rinascita di Lambioi. —
 

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