«La discesa è solo rallentata»

Preoccupato il presidente di Assindustria, Vascellari. Decrescono le ore di cassa utilizzate nel 1º semestre. Nell’occupazione invece non c’è stata ancora l’inversione di tendenza
BELLUNO
. «Il peggio forse lo abbiamo già visto, ma dal punto di vista sociale siamo ancora indietro. Resta critica la situazione economica in provincia. Non si può parlare ad oggi di miglioramento ma di un rallentamento della discesa». Poco incoraggiante il quadro tracciato dal presidente di Assindustria Belluno Dolomiti, Valentino Vascellari a consuntivo del primo semestre dell’anno. Sotto la lente, la differenza tra le ore di cassaintegrazione ordinaria autorizzate dall’Inps e quelle effettivamente utilizzate. «Solo così si capisce che la realtà non è così drammatica come a qualcuno piace dipingere», ha detto, lanciando una frecciata alla Cgil.


L’Inps nel primo semestre ha autorizzato 3.626.508 ore di cig a 169 imprese del manufatturiero. Di queste, 88 (52.1%) hanno ottenuto l’autorizzazione per 2.632.817 ore (72.6%) e ne hanno utilizzate 807.458 ore (30.7% del totale). Il clou si è avuto tra aprile e maggio (rispettivamente 9.8% e 8%) per una media semestrale di 7.2% di ore in cassa e 92.8% lavorate. Inoltre, dei 16.500 lavoratori interessati dalla cassa, soltanto 172 ad aprile erano in cig a zero ore, scesi a 130 a luglio.


Fatturato
. Cala anche il fatturato che ha aperto il 2009 con un -5% e forti ribassi specie per le aziende più piccole (-15%). Ad aver dichiarato riduzioni di fatturato è stato il 62.3% delle aziende del campione, contro il 37.4% del semestre 2008. Stabili le occhialerie e l’alimentare. Forti le flessioni per i trasporti (-10.3%) e il legno (-27.3%). «Ma le previsioni del campione per il 2º semestre parlano di un migioramento, passando dal -5% al -1%», ha evidenziato Vascellari.


Occupazione
. Dal punto di vista occupazionale la recessione è ancora nel vivo (-2.3%), «anche se il peggio deve ancora arrivare visto che stiamo tuttora godendo degli effetti degli ammortizzatori sociali», ha detto il presidente. Sale al 34%, rispetto al precedente 27%, la quota di aziende che ha registrato diminuzioni della forza lavoro occupata. Legno (-9.4%), metalmeccanico (-5.7%) e tessile (-5.2%) sono i comparti più colpiti.


Export
. In difficoltà l’export specie con gli Usa «dove incide anche il basso valore del dollaro». Ripresa prevista per Cina, India e Brasile, mentre più critica nell’Europa dell’Est.


Edilizia
. Qui la crisi è ancora pesante. Il mercato è fermo, ma «si attende con ansia l’adozione del piano casa», dice Vascellari.


Mobilità
. «Non abbiamo ricevuto altre richieste oltre a quelle conosciute, ma non escludo che fra qualche mese ne arriveranno altre», ha detto il presidente di Assindustria per cui «i fondi messi a disposizione dagli enti locali sono stati una manovra necessaria ma poco efficace. Serve che torni la produzione», ha detto, rivendicando poi l’importanza dei distretti produttivi «che vanno tutelati nel riconoscimento delle specificità». Per il direttore Stefano Perale, alla fine ad uscire dalla crisi «saranno le imprese che si sono attrezzate a suo tempo o da poco. Farlo ora è inutile».

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