La donna si è liberata da sola ed è stata soccorsa dai vicini

BELLUNO. I primi a soccorrere Alba Buso sono stati alcuni ragazzi. Stavano uscendo di casa quando hanno visto la donna seduta sugli scalini dell’abitazione vicina, sotto choc. Hanno chiamato il 113 e...
BELLUNO. I primi a soccorrere Alba Buso sono stati alcuni ragazzi. Stavano uscendo di casa quando hanno visto la donna seduta sugli scalini dell’abitazione vicina, sotto choc. Hanno chiamato il 113 e la Polizia si è precipitata a Cirvoi. «È incredibile quello che è successo, in pieno giorno poi», racconta uno di loro. Una volta liberata dallo scotch che le impediva di parlare e dalle fascette che le imprigionavano le caviglie e i polsi, la donna è stata ascoltata dagli agenti della Mobile. Nel frattempo in via Col de Gou è arrivata un’auto medica, perché non si sapeva se la donna fosse stata picchiata dai due malviventi che l’hanno rapinata. Fortunatamente non le hanno fatto del male.


Il Cortivo dei Masi si trova a poche decine di metri dalla piazza di Cirvoi. Ci vivono una decina di famiglie, ma sabato sera poche erano in casa. I Cortivi sono una delle caratteristiche che rendono Cirvoi un borgo dove la parola comunità è qualcosa di più di un mero concetto. Qui la si respira. Tutti si conoscono, in paese. Si supportano, quando c’è bisogno. Ma via Col de Gou, strada che porta sul Nevegal e che per gran parte è bianca, è molto frequentata dagli escursionisti che fanno la Monaco - Venezia: non è raro vedere persone che non si conoscono, in paese, camminare su queste strade. «Io però quando qualcuno mi suona al campanello, anche se mi dice un nome conosciuto, prima di aprire guardo sempre dal balcone», racconta una signora, che abita poco distante. La notizia della rapina la lascia senza fiato. Alle 11 Alba Buso torna a casa e i vicini si precipitano ad abbracciarla. Quello che le è accaduto ha sconvolto tutti. E molte domande attendono una risposta, che potrà arrivare dalle indagini della Mobile. (a.f.)


Argomenti:rapinacirvoi

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi