La ex caserma Piave ha anche un sito web per farsi conoscere

Prende piede il progetto della cittadella del terzo settore Uscito il terzo bando per assegnare gli spazi rimasti liberi
Di Alessia Forzin

BELLUNO. È un caso quasi unico in Italia. Le caserme dismesse, solitamente abbandonate a loro stesse, a Belluno stanno acquistando nuova vita. Alla Fantuzzi troverà posto la cittadella della sicurezza (il finanziamento c’è ma i lavori devono ancora iniziare); la Tasso è occupata da uffici di enti statali e il Comune sta trattando con il Demanio per avviare il recupero della chiesa sconsacrata; alla Toigo a breve si trasferiranno i Vigili del fuoco, che stanno allestendo il loro nuovo comando provinciale.

Alla ex Caserma Piave invece hanno trovato comoda residenza le associazioni, che stanno recuperando il complesso in base a convenzioni che sono state firmate con il Comune. Ad oggi sono cinque quelle perfezionate. Nel complesso ci sono l’associazione Casa dei beni comuni, il Tib, Bim Gsp, il Gruppo radioamatori Valbelluna e il Radioclub Belluno Nore. Si sta perfezionando la convenzione con Slowmachine.

Ma di spazi ce ne sono ancora molti liberi. E il Comune punta a riempirli, con l’obiettivo di dare vita alla Cittadella del terzo settore. Il nuovo bando per l’assegnazione di edifici, tettoie e hangar, è stato aperto di recente e si chiuderà il 21 maggio. Le associazioni si impegnano a ristrutturare gli immobili, il Comune non chiede loro un affitto fino a quando non sono rientrate dell’investimento fatto, «e successivamente si tratterà di un canone simbolico», precisa il sindaco Jacopo Massaro. «Quello che ci interessa è non avere un complesso abbandonato, come era prima che avviassimo questo progetto, e consentire lo sviluppo delle realtà legate al terzo settore».

Per chi fosse interessato, la documentazione si può trovare sul sito del Comune, nella sezione Bandi di gara e avvisi, e la manifestazione di interesse va presentata al servizio Patrimonio entro il 21 maggio. Il 12 e 14 aprile si potrà fare un sopralluogo insieme ai tecnici del Comune.

Nel progetto credono in molti a Palazzo Rosso, a partire dall’amministrazione per arrivare agli uffici. Da questi ultimi è partita l’idea di fare un sito internet (excasermapiave.comune.belluno.it) che racconta il progetto di recupero, come si sta sviluppando, quali eventi sono in programma e come si può ottenere uno spazio. Ci sono anche numerose fotografie.

«Recuperare uno spazio dismesso significa andare nella direzione della rigenerazione urbana, filone sul quale si sta concentrando l’attenzione degli urbanisti da qualche anno», ha continuato il sindaco, accompagnato dall’assessore al sociale Valentina Tomasi. «Significa non consumare ulteriore suolo, perché si recuperano spazi e edifici esistenti».

E si colorano, anche. La Casa dei beni comuni lo ha fatto chiamando numerosi artisti l’anno scorso, al primo festival Clorofilla. Quest’anno l’esperienza sarà ripetuta, dal 18 giugno al 3 luglio. La direzione artistica sarà affidata a Ericailcane e a Phango, ovvero a due ragazzi di Sassari (Andrea D’Ascanio e Kiki Skipi). Gli artisti occuperanno i muri lasciati liberi l’anno scorso, all’interno della ex caserma Piave, ma anche alcuni spazi in comune di Belluno e in quelli limitrofi. Sono in corso contatti fra le amministrazioni e la Casa dei beni comuni per individuare gli spazi adeguati.

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