La famiglia Costa di Canale, macellai ma anche consulenti per i clienti

Lo storico negozio fondato nel 1947 offre tanti prodotti pronti e il dry aged, un sistema particolare di frollatura. Claudio: «In Agordino serve stare uniti»

CANALE D'AGORDO

Tradizione ed innovazione. Queste sono le parole d’ordine della macelleria Costa, storico negozio in piazza Papa Luciani a Canale d’Agordo. Una delle attività più storiche e longeve della Valle Del Biois. La macelleria è stata fondata nel lontano 1947, grazie all’intraprendenza del pioniere Giuseppe Costa.

La famiglia Costa però era già attiva prima di allora nel settore commerciale. Il fratello Dino Costa era infatti proprietario di due macellerie a Longarone. Lui e tutta sua famiglia sono purtroppo deceduti nel disastro del Vajont.

L’attività è attualmente gestita con passione e dedizione da Paolo Costa, figlio del fondatore Giuseppe e dalla sua famiglia compreso Claudio, il figlio del titolare che sta prendendo in mano le redini dell’azienda.

Claudio, partiamo da un anno significativo per voi, il 1995.

«Esattamente. In quell’anno oltre ad una importante ristrutturazione del locale mia mamma Gabriela ha avuto una fondamentale intuizione: quella di trasformare il negozio da macelleria tradizionale, a macelleria moderna, con l’introduzione dei prodotti pronti. Questi sono diventati uno dei nostri punti di forza, visto che la gente ha sempre meno tempo da dedicare alla cucina».

Quali sono i vostri punti di forza e quali punti deboli?

«I nostri punti di forza sono sicuramente i canederli che fa mia mamma Gabriella e il pastin che prepara mio papà Paolo. Un altro importante servizio che offriamo alla nostra clientela è quello della consulenza, cioè consigliamo come cuocere e cucinare la carne che la gente acquista. Purtroppo però, e questo forse è un piccolo neo, non possiamo assisterla anche a casa! Sempre parlando dei punti di forza, posso sicuramente citare il dry aged, un particolare sistema di stagionatura – frollatura della carne che ho visto viaggiando molto».

Quali sono le sue parole d’ordine?

«Beh posso sicuramente dire tradizione ed innovazione. Tradizione perché manteniamo i prodotti e le carni di una volta, innovazione perché cerchiamo di migliorare sempre e comunque: solo così un negozio si evolve e sviluppa. Io cerco sempre di migliorare e progredire seguendo dei corsi oppure sentendo le varie esperienze di altri macellai sui social. Inoltre seguo il discorso estero cercando sempre di carpire più segreti possibili. La nostra seconda parola d’ordine è innovazione, ma sarebbe corretto dire formazione. Partecipiamo a numerosi corsi d’aggiornamento portando anche i dipendenti. L’ultimo è stato alla fiera internazionale della carne di Modena sulle nuove tecniche di cottura e frollatura. In un mondo in cui c’è tanta disoccupazione inoltre, bisogna che la gente dia il valore che merita ad ogni tipo di lavoro. Il nostro oppure quello dei ristoratori o dei camerieri sono lavori molto importanti che richiedono tanto studio ed approfondimento».

Nel vostro settore avete subito la crisi economica?

«Sicuramente sono cambiate le abitudini alimentari dei clienti. Nel senso che una volta i nostri nonni mangiavano poca carne e si accontentavano di tagli meno pregiati. I clienti soprattutto giovani cercano invece la qualità. Magari anche loro mangiano un po’ meno carne, ma quella volta che fanno la spesa ricercano prodotti di nicchia. Ecco il perché la clientela giovane ci ha spinto a rinnovarci andando alla ricerca sempre di qualcosa di più nuovo e propositivo».

La crisi vista come un’opportunità: ci spieghi questo concetto?

«Tutte le crisi se vissute come un’opportunità fanno bene. Il periodo della psicosi della mucca pazza è stato sicuramente negativo per tutti i macellai, però ci ha anche permesso di puntare su altri prodotti. Ma anche la forza mediatica spaventosa da parte dei vegetariani e vegani, io la vedo come una nuova possibilità un po’ come mi hanno insegnato i miei genitori».

Ringraziamenti particolari?

«Il primo ringraziamento va ai miei genitori. Poi mi permetta di ringraziare il nostro collaboratore di fiducia Lorenzo Pescosta, con esperienza decennale nel settore e la mia fidanzata Giorgia, che supporta e sopporta le mie scelte di vita in ambito lavorativo».

Dove si vede tra 10 anni?

«Sempre in questa vallata per cercare di aiutarla a svilupparsi sia dal punto di vista commerciale che turistico. Ho tanti progetti in mente sempre legati alla macelleria e al lato imprenditoriale. Credo che dobbiamo collaborare di più tra varie aziende, purtroppo siamo sempre meno in Agordino dobbiamo restare uniti e creare qualcosa soprattutto tra noi che abbiamo deciso di rimanere qui e di portare avanti aziende di famiglia. Pensa se ci fosse un marchio qualità agordina? Significherebbe unione tra vari piccoli imprenditori. Spero vivamente che questo accada». —


 

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