La famiglia Giacometti lascia Malga Campon: «Ignorati dal Comune di Fonzaso»

Dopo 13 anni la famiglia se ne va. Il passaggio con i nuovi gestori è della scorsa settimana

FONZASO

Dopo tredici anni la famiglia Giacometti lascia Malga Campon. Roberto e Desirée stanno sbaraccando dopo l’esito del bando di gara _ al quale non hanno partecipato _ che ha visto il Comune di Fonzaso assegnare la gestione per i prossimi sei anni alla società agricola Venice Dolomiti, unica offerta pervenuta, che vede tra i soci il veterinario Manlio Doglioni e altre due persone che dunque avranno il compito di gestire la malga fino al 2026. Il passaggio di consegne è stato certificato giovedì scorso e dopodomani ci sarà l’ingresso ufficiale di nuovi gestori. L’addio della famiglia Giacometti è tutt’altro che sereno. Roberto e la compagna Desirée, sempre appoggiati da Bruno, il papà di Roberto, avrebbero voluto continuare a gestire la malga. Purtroppo, i rapporti con il Comune di Fonzaso, mai davvero idilliaci, si sono incrinati negli ultimi due anni e soprattutto nel 2019, quando a causa degli importanti lavori di ristrutturazione la malga è rimasta chiusa per quattro mesi causando notevoli perdite all’azienda agricola.

NESSUNO SCONTO

Già fiaccati dalle conseguenze della tempesta Vaia, da un cantiere imponente e dalla rottura della pompa dell’acqua che ha lasciato la malga un mese a secco, i Giacometti hanno cercato una mediazione con il Comune di Fonzaso per ottenere una riduzione dell’affitto, trovando davanti un muro: «Al sottoscritto non rispondevano nemmeno», afferma sconsolato Roberto Giacometti, «tant’è che abbiamo dovuto affidarci a un legale per cercare una mediazione. Ebbene, al secondo incontro il Comune di Fonzaso nemmeno si è presentato e a quel punto abbiamo capito che non c’era margine. Così siamo stati costretti ad adire le vie legali. Non pretendevamo chissà che, avevamo chiesto la proroga di un anno del contratto in scadenza per consentirci di rientrare delle perdite subite nel 2019 per colpe non nostre. Niente da fare».

RAPPORTI DETERIORATI

«Non abbiamo potuto portare avanti il nostro lavoro in un territorio che sentiamo nostro, se non altro perché da tre generazioni la famiglia è presente sul Monte Avena», afferma Desirée Spada «e questo per responsabilità di altri. Abbiamo la sensazione che al Comune di Fonzaso interessi unicamente una cosa, cioè incassare il canone dell’affitto. Poco importa se la gente va o non va in malga, se il Monte Avena è un importante polo turistico o meno, se chi va in malga è contento del servizio oppure no. A luglio i lavori erano ancora in alto mare e siamo stati costretti a chiamare e pagare noi l’idraulico che sistemasse l’impianto in tempo per aprire almeno in agosto, dove abbiamo dovuto accogliere la gente con la betoniera a pochi metri dalla malga e l’impalcatura del cantiere».

TREDICI ANNI DI SUCCESSI

Su questo fronte, Roberto e Desirée non hanno rimpianti: «Lasciamo qui un pezzo di noi, ma gli attestati di stima che stiamo ricevendo anche in questi giorni sono il segno che in tutti questi anni abbiamo lavorato bene. La malga ha sempre funzionato attirando tantissimi visitatori. Vogliamo ringraziare tutta la gente che ha collaborato con noi in questi anni e tutti i clienti che sono venuti a farci visita».

L’ULTIMO BANDO

La famiglia Giacometti è stata tentata di partecipare, poi i contrasti con il Comune di Fonzaso e le condizioni della gara hanno fatto scegliere per la rinuncia: «A riprova che al Comune interessa principalmente mettere a bilancio la cifra del canone d’affitto per la malga, basta andare a vedere la penale spropositata per il ritardo sul pagamento», afferma ancora Roberto Giacometti, «e comunque sembra un bando scritto da chi non ha nemmeno ben presente quali sono le dotazioni della malga. Noi, a malincuore ci abbiamo messo una pietra sopra. Facciamo comunque gli auguri per una gestione di successo a chi subentra, sperando siano più fortunati di noi nei rapporti con il Comune». —

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