La famiglia vola a Parigi «La riportiamo a casa»

I genitori di Valeria sono partiti oggi per la capitale della Francia. Papà e mamma scelgono il silenzio. Dario: «È una grande perdita per tutti»
Alberto e Luciana Solesin in partenza per Parigi (foto Interpress)
Alberto e Luciana Solesin in partenza per Parigi (foto Interpress)

VENEZIA. «I miei genitori sono partiti per Parigi per andare a riprenderla, io non me la sento». Dario Solesin, il fratello di Valeria, non riesce a parlare: si sforza, il suo dolore è composto e dignitoso, come quello di Alberto e Luciana, la mamma e il papà, partiti nella tarda mattinata di martedì per Parigi, per riportare a casa la loro Valeria.

A chi gli domanda di “ricordare” in poche parole la sorella, chiede per piacere, quasi una supplica: «Non ce la faccio, non mi va».

Un vuoto troppo grande, il suo e quello della famiglia, per essere contenuto in scarne frasi, cinque minuti di diretta. I sentimenti fanno a pugni nel cuore martoriato, le parole stanno bene dove sono. Come si fa a descrivere una sorella?

Lunedì  in calle della Colombina, a pochi passi dall’imbarcadero di San Marcuola, i genitori hanno vissuto l’ennesima giornata di sofferenza. Fuori le televisioni, i media, i passanti che rivolgevano un pensiero di compassione a quella porta chiusa. Loro sono rimasti in casa, quasi tutto il tempo. Hanno ricevuto amici, parenti, persone care arrivate alla spicciolata a portare un po’ di conforto.

L’ultimo viaggio insieme «Tornerò con Valeria»
Alberto e Luciana Solesin alla partenza da Venezia

Gli agenti della Digos, sono rimasti sempre di sotto. Hanno fatto da tramite con chi capitava di là, i turisti, i giornalisti, hanno protetto come hanno potuto l’intimità della famiglia e degli amici con discrezione, cercando di assicurare ai genitori e al fratello un po’ di pace, per piangere la figlia. La madre si è affacciata dalla finestra, spiegando con gentilezza che quello che aveva da dire, lo aveva già detto, che adesso non voleva più parlare. Sulla soglia della porta, ha ripetuto a qualcuno incocciato per caso, la stessa cosa. Il padre è rimasto di sopra. Ogni tanto l’ombra appariva alla finestra.

Alberto e Luciana Solesin in partenza per Parigi (foto interpress)
Alberto e Luciana Solesin in partenza per Parigi (foto interpress)

Dario, intercettato sotto casa, ha parlato anche per i genitori, pacato, sofferente, adulto. «La morte di mia sorella è una perdita non solo per noi», ha detto verso sera, «ma per tutta la nazione, è così che la voglio ricordare. Abbiamo ricevuto molte lettere, molti messaggi, ci ha fatto molto piacere». Il riferimento, è anche alle tante persone che hanno fatto sentire la propria solidarietà alla famiglia: dai mazzi di fiori lasciati vicino alla chiesa, ai lumini appoggiati e accesi sopra il campanello da due studenti dello Iuav venuti apposta, a un cuoricino pieno d’amore lasciato da uno sconosciuto. Persino due bimbi delle elementari accompagnati dalla mamma, hanno voluto affidare a un messaggio scritto di pugno, un fatto di cui ancora non capiscono le dimensioni, come gli adulti.

Un cuoricino e una candela davanti alla casa della famiglia Solesin
Un cuoricino e una candela davanti alla casa della famiglia Solesin

Oggi la famiglia partirà alla volta di Parigi. «Andiamo a prendere mia sorella, partiamo verso l’ora di pranzo», dice Dario. Non vuole aggiungere altro, della data dei funerali, di dove e come si svolgeranno, non dice nulla. «Non ci vogliamo nemmeno pensare», ha ripetuto.

Ieri sera era fuori, con alcuni amici: «Cerco di distrarmi», spiega. «Non ci sono parole», aveva detto rispondendo al telefono nel pomeriggio, «per noi è difficile, vi preghiamo di lasciarci in pace».

San Marcuola ha rispettato in silenzio lo strazio della famiglia. Il parroco, al mattino, ha appeso con discrezione fuori dalla chiesa un messaggio di vicinanza e solidarietà, ma anche di condanna della violenza gratuita.

Ma ieri, al secondo piano del ramo Colombina, c’era spazio solo per un dolore personale, intimo, che non poteva essere condiviso con il mondo che piange Valeria, né con la Venezia che si prepara ad accendere i lumini. Non ancora, almeno finché la salma non sarà tornata a casa, nella sua Venezia, con la sua famiglia.

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