La febbre da gioco si combatte con i club

Il direttore del Sert lancia l’allarme: a breve saranno attivati dei gruppi di mutuo aiuto sull’esempio di quelli per gli alcolisti
Di Paola Dall’anese

BELLUNO. Nascono i Club di mutuo aiuto per combattere una piaga sociale, che rischia di mettere sul lastrico decine di famiglie: la febbre da gioco d’azzardo. Il Sert dell’Usl 1 ha deciso di correre ai ripari di fronte alla crescita esponenziale del problema legato al gioco patologico. Per superare gli effetti legati alla crisi economica, infatti, sempre più persone, sia giovani che anziane, tentano la fortuna per raccimolare qualche euro e arrotondare le entrate familiari. In fondo è semplice: “basta” grattare sotto la patina argentata di un Gratta e Vinci o puntare qualche numero al gioco del Lotto o del Superenalotto. Ci sono poi le slot machine e il poker che stanno impazzando anche sui siti web, pubblicizzati con ogni mezzo su tutti i mass media. Insomma, resistere alla tentazione diventa difficile e da qui a ritrovarsi schiavi del gioco il passo è breve.

Lo sa bene il Sert dell’Usl 1 e il suo direttore Alfio De Sandre, che lancia l’allarme. Col decreto Balduzzi, infatti, anche i problemi sanitari legati alla dipendenza dal gioco sono entrati a far parte dei “livelli essenziali di assistenza”. Cosa significa? Semplice, che le persone sofferenti di questa patologia possono rivolgersi ai servizi per essere curate, così come capita a drogati o alcolisti.

«Il fenomeno è esploso in tutta la sua complessità già da qualche anno», precisa De Sandre. «Per arginare questa patologia, dal ministero è arrivata la legge che, a partire dallo scorso primo gennaio, impone a tutti gli esercizi pubblici con slot machine o sale da gioco, l’affissione del cartello che avvisa il cliente dei pericoli celati dietro al gioco d’azzardo. Il cartello è stato realizzato dal sottoscritto proprio a ridosso delle feste natalizie. Contemporaneamente, come Sert abbiamo steso un programma di interventi più adeguati».

Il piano prevede che chiunque si rivolga al Sert debba essere seguito da una équipe multidisciplinare. «E poi entro il mese avvieremo anche dei gruppi di mutuo aiuto, organizzati come i club degli alcolisti: ci sarà un operatore, che stiamo formando con corsi appositi, e poi il malato con la famiglia. Sono previsti incontri periodici in cui ognuno parla della propria esperienza. Grazie allo stimolo del gruppo, piano piano l’utente dovrebbe uscire da questo tunnel distruttivo», precisa il direttore del Sert.

«Fino a oggi», spiega De Sandre, «inviavamo i dipendenti da gioco ai club degli alcolisti, perché all’inizio il fenomeno era correlato con l’abuso di alcol. Col tempo, però, abbiamo notato che sono sempre di più le persone che soffrono solo di questo disturbo. Bene, queste persone necessitano di un percorso di cura distinto».

I gruppi-club di mutuo aiuto partiranno sicuramente a Belluno e poi nei subdistretti di Agordo e Cadore, così da coprire l’intero territorio dell’Usl 1.

Per De Sandre, la diffusione della “ludopatia” è legata a due fattori: la crisi economica e il bombardamento mediatico di questi ultimi anni. «Il fenomeno è pericolosamente in aumento», conclude De Sandre. «La crisi aiuta, ma sono letali anche la diffusione dell’offerta e la sua diversificazione. Sono tantissimi i giochi a cui si può giocare per guadagnare dei soldi. Anche nella nostra provincia si chiudono decine e decine di negozi, ma si aprono sempre più sale da gioco. D’altra parte, a differenza della droga, il gioco è legale». La battaglia è partita.

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