La felicità della mamma di Fabio Vettorel: «Ma siamo costretti ad aspettare ancora»

Jamila è ad Amburgo da luglio: «Sarò ancora più contenta quanto potrò finalmente riabbracciarlo fuori dal carcere. Mio figlio è felice ma prudente»
Presidio per Vettorel
Presidio per Vettorel

AMBURGO. «Felice, ma aspettiamo». Fabio Vettorel ha appena parlato con la madre, che gli ha comunicato via telefono il provvedimento di scarcerazione dell’Alta Corte. Presto sarà libero, ma fino a quando non lo faranno davvero uscire, meglio non coltivare illusioni. Non viene mai un buon raccolto.

Jamila Baroni è una donna provata, dopo più di quattro mesi ad Amburgo, con la possibilità di vedere poche volte un figlio. È lei la prima a predicare realismo, dopo le profonde scottature delle scorse settimane: «Sono molto contenta, naturalmente, ma lo sarò ancora di più quando potrò davvero riabbracciarlo. Non me l’hanno ancora restituito e aspetto anch’io, come lui».

Non si può entrare in un dialogo così intimo tra madre e figlio, ma cosa ha provato Fabio Vettorel, quando ha saputo la notizia? «Una grande felicità, come è facile immaginare, ma anche la consapevolezza del fatto che non è la prima volta che gli danno il via libera ed è ancora lì» .


La battaglia dei ricorsi non poteva andare avanti fino a Natale e la liberazione annunciata potrebbe essere il preludio all’assoluzione: «Il processo continua, anche se finora non sono emerse prove a carico di mio figlio, al di là del fatto che quella mattina si trovasse a Rondenbarg, in uno corteo di protesta pacifica, dal quale non sono partiti sassi o bottigliate. Adesso bisogna fare alcune cose e anche in fretta. Non sarà facile».

Ha pagato la scelta difensiva di farla parlare dai giudici del Tribunale dei Minori di Altona: «Superata la sorpresa iniziale, perché non me l’aspettavo, sono stata io a garantire che Fabio avrebbe avuto un alloggio ad Amburgo, a casa di questa nostra amica e il recapito sarebbe stato noto alla magistratura. Ho aggiunto che eravamo disposti a osservare l’obbligo di firma e credo che tutta questa disponibilità, alla fine, abbia pesato».

Il tenace pubblico ministero ha dovuto incassare una sconfitta, che potrebbe diventare un cappotto, nel giro di pochi giorni: «L’aspetto positivo sta nel fatto che questa decisione dell’Alta Corte non è impugnabile. Siamo arrivati al termine di un lungo percorso giuridico, ma dopodomani c’è una nuova udienza. Siamo convinti di avere delle buonissime ragioni da portare avanti e il 4 dicembre conosceremo anche le date successive del procedimento. Contiamo su un’assoluzione già in primo grado, male che vada in appello. Per il momento, siamo contenti, ma anche molto realisti. Aspetto Fabio fuori». (g. s.)

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