La Fiab e le ciclabili «In città un puzzle da completare»

Gli amici della bici plaudono agli interventi fatti in provincia ma sollecitano il Comune a connettere i tratti urbani
Gli Amici della Bicicletta nel tratto della Lunga Via delle Dolomiti che passa nel Cadore
Gli Amici della Bicicletta nel tratto della Lunga Via delle Dolomiti che passa nel Cadore
BELLUNO. «Immaginate se questa fosse una rete stradale. Nessuna macchina potrebbe andare da un punto ad un altro della città». Il paragone permette di capire quanti interventi servano, in città, per permettere a chi sceglie di muoversi in bicicletta di evitare le strade trafficate.


Un aiuto ulteriore arriva dalla mappa, che l’assessore Stefania Ganz ha portato ieri al gazebo della Fiab in piazza dei Martiri. Mostra le piste ciclabili esistenti, quelle di imminente realizzazione (sulla nuova viabilità a Marisiga) e quelle in progetto. Osservando le prime è evidente che ci sono numerosi tratti non collegati. E osservando le seconde si deduce il lavoro avviato dal Comune per connettere le piste esistenti. Insomma, il problema è in via di risoluzione. Alcuni progetti, aveva annunciato Massaro nel ritirare il premio assegnato al Comune proprio dalla Fiab, sono anche già finanziati. Ma la Federazione italiana amici della bicicletta mantiene alta l’attenzione.


«Se guardiamo alla ciclabilità urbana la paragono ad un puzzle incompleto», spiega Pierluigi Trevisan, che fa parte del direttivo della Fiab bellunese. Fra i punti cruciali da risolvere c’è quello fra il ponte degli alpini e Cavarzano: la ciclabile sul ponte va unita a quella realizzata con la lottizzazione Veneto blu. È in progetto, come si vede dalla mappa del Comune. «I tratti ciclabili ci sono, ma non sono connessi», continua Trevisan. «Manca una ciclabilità urbana sicura, che permetta di muoversi fra i quartieri senza dover utilizzare le strade. Oggi il traffico è tantissimo, le auto sono sempre più grandi, andare in bicicletta lungo le strade è troppo pericoloso».


La Fiab si punta con decisione sui pedali. La bicicletta è un mezzo che ben si presta anche ad una realtà come quella di Belluno, piena di dislivelli: «Ormai con le biciclette a pedalata assistita anche i meno allenati possono superare le salite», ricorda Trevisan. Che plaude agli interventi fatti in tutta la provincia nel corso degli anni: ormai si riesce tranquillamente a raggiungere il Cadore (a breve saranno inaugurati i tratti Provagna - Soverzene e Soverzene - Soccher), ma anche Feltre, scavalcando il ponte di San Felice. Quando sarà risolta la strettoia di Villa Buzzati, fra Belluno e Limana, il collegamento Belluno-Feltre in sinistra Piave sarà completo.


Poi bisognerà iniziare a risolvere un altro nodo. Che non è infrastrutturale. Manca la segnaletica. «Spesso vediamo ciclisti attraversare le gallerie dell’Alemagna, perché non ci sono indicazioni chiare per le piste ciclabili», spiega il presidente della Fiab di Belluno Bortolo Calligaro. «E sono anche molto preoccupato per l’affidamento a Bolzano (Eurac) della promozione del nostro turismo. Lì sono convinti che a noi servano ciclabili con grandi dislivelli, su e giù per le montagne, perché vogliono tenersi il cicloturismo per famiglie. Questo incarico assegnato ad Eurac non aiuterà a sviluppare la ciclabilità per famiglie nella nostra provincia, che è invece quello di cui abbiamo bisogno».


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