La firma di Guccini per Cima Vallona

Consegnate ai famigliari delle vittime, al superstite e alle autorità presenti una pergamena autografata del cantautore

CIMA VALLONA. "Portategli il vostro sincero rimpianto,/portategli il vostro ricordo soltanto,/che sappiano loro che sono partiti/che noi, tutti noi, siam rimasti feriti./ Portategli i fiori, portategli il sole,/un bacio di donna, un ricordo d'amore./Chi sa maledire o chi sa pregare/quei quattro ragazzi dovrà ricordare./Voglio saper se la mano assassina/che ha mosso la terra, che ha messo la mina,/ sa stringere un'altra, se sa accarezzare/se quella d'un uomo può ancora sembrare".

I versi finali della canzone "Cima Vallona" sono risuonati ieri a Cappella Tamai. È stato il momento più emozionante della cerimonia per il 48° anniversario dell'eccidio, quando il sindaco Giancarlo Ianese assieme al presidente dell'Ana Cadore Pierluigi Bergamo hanno consegnato al superstite Marcello Fagnani - medaglia d'argento al valor militare - e ai familiari delle vittime. la pergamena con il testo della canzone autografata dall'autore Francesco Guccini.

Un omaggio quanto mai significativo se si pensa che la canzone è stata scritta nel 1968, l'anno successivo all'eccidio, in un momento di particolari tensioni e proteste giovanili.

L'autore, nemmeno trentenne, che pure non può essere accreditato di simpatie "militariste" fu però toccato dalla tragica morte dei quattro militi, al punto di comporre una poesia delicata e mai retorica, che ben interpreta i sentimenti di chi ogni anno partecipa al rito a S. Nicolò di Comelico.

Nelle allocuzioni ufficiali prima della messa, il saluto del sindaco Giancarlo Ianese, che ha ricordato in breve la vicenda con il primo attentato che uccise nel giugno 1967, l'alpino Armando Piva in ricognizione nella zona di Cima Vallona dove terroristi altoatesini avevano già danneggiato un traliccio dell'energia eelettrica. Poco tempo dopo nella trappola mortale da loro predisposta cadde anche la pattuglia antiterrorismo guidata dal capitano dei Carabinieri Francesco Gentile e composta anche da Mario Di Lecce e Olivo Dordi, incursori dell'esercito. Marcello Fagnani, componente della stessa squadra rimase gravemente ferito.

Come ha sottolineato Pierluigi Bergamo dal 1970 - anno in cui fu inaugurata la chiesetta - l'Ana Cadore, assieme a vari Gruppi alpini del Comelico, organizza assieme al Comune, questa significativa celebrazione commemorativa che vede anche la partecipazione delle altre associazioni dei Carabineri, dei Finanzieri e dei Paracadutisti. Dopo il saluto del gen. Ornello Baron, in rappresentanza del Comando Truppe Alpine di Bolzano - era presente anche il gen. Gianluigi Miglioli della Guardia di Finanza - il viceprefetto De Stefano ha letto il messaggio del Ministro della Difesa Roberta Pinotti. In chiusura il saluto del vicepresidente vicario dell'Ana nazionale, Ferruccio Minelli. «Questa celebrazione» ha detto «risponde a tre semplici parole insegnateci dai nostri padri - per non dimenticare».

Al termine la consegna delle pergamene a Ottavio e Amatore Dordi, fratelli di Olivo, Graziella e Francesca Di Lecce, moglie e figlia di Mario e Gabriella Piva, sorella di Armando. Il rito è stato accompagnato dal Corpo Musicale di Auronzo di Cadore. Di prima mattina, sul luogo dell'eccidio ove è stato edificato un sacello, si era tenuta una breve cerimonia con la benedizione di don Fabio Fiori e la posa di una corona d'alloro da parte delle autorità militari e civili.

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