La frana del Tessina torna a far paura

Ieri si è mossa di qualche centimetro, oggi il sopralluogo a Chies d'Alpago di Regione, Provincia, Comune, Cnr e Forestali

CHIES D’ALPAGO. La frana del Tessina è tornata a muoversi ieri pomeriggio. E subito è scattata la paura.

I primi movimenti sono stati rilevati intorno alle 14. A dire la verità, già una settimana fa il personale del Comune e dell’Unione montana dell’Alpago, che tiene costantemente monitorata la frana, aveva registrato piccoli movimenti. E così nei giorni scorsi, la Regione, con l’assessore Gianpaolo Bottacin, aveva eseguito un sopralluogo a cui avevano partecipato anche rappresentanti del Cnr di Padova.

«Al momento del sopralluogo il fronte del materiale in movimento era giunto ad alcune centinaia di metri della pista Funes – San Martino. Sulla base delle valutazioni effettuate risultava necessario seguire l’evoluzione dei dissesti», precisa Bottacin, che segue da vicino la vicenda. «Abbiamo così individuato la prima azione da attivare, ovvero il taglio e l’esbosco della vegetazione posta sull’area della frana, sotto Pian de Cice. Il taglio alleggerirà il versante e consentirà di controllarne i movimenti».

Questo succedeva una settimana fa, poi nelle ultime ore c'è stata una piccola accelerazione. «Visto il movimento», sottolinea il sindaco di Chies d’Alpago, Gianluca Dal Borgo, «abbiamo attivato subito la procedura d’emergenza: la frana, che è la più grande di tutto l’arco alpino, sarà monitorata per tutta la notte di oggi (ieri per chi legge, ndr), da personale dell’ufficio tecnico comunale, grazie all’intervento di grandi fari messi a disposizione dall’Unione montana e dalla Provincia».

Questa mattina, intorno alle 10.30, si terrà un nuovo sopralluogo alla presenza di dirigenti e tecnici del Cnr, della Regione, della Provincia, del Comune, dell’Unione montana e dei Forestali per cercare di capire cosa ha rimesso in movimento la frana e come intervenire per controllare questo movimento. «Al termine del sopralluogo, si svolgerà una riunione in municipio a Chies», dice Bottacin, «parteciperanno anche i nostri rappresentanti della direzione Difesa del Suolo, del Genio Civile e dei Servizi Forestali».

La preoccupazione in paese resta altissima. «La frana del Tessina si è mossa nei primi anni Sessanta», spiega Dal Borgo. «Grandi movimenti negli ultimi anni si sono registrati negli anni Novanta, quando si erano mossi milioni di metri cubi di terra e fango. Nel 1996 è stata aperta una galleria lunga 1.300 metri sopra la frana sul monte Teverone per convogliare e portare via l’acqua che altrimenti andrebbe sulla frana. Ogni anno vengono convogliati dalla galleria 4 miliardi di litri di acqua. Ma probabilmente il fatto che l’anno scorso sia stato particolarmente secco, che nelle ultime settimane sia piovuto molto e che si stia sciogliendo la neve caduta abbondante quest’inverno, sta creando questi problemi. Domani (oggi per chi legge, ndr) vedremo cosa diranno i tecnici del Cnr».

Paola Dall’Anese

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