La frana di Schiucaz perde altri pezzi. Residenti esasperati: «Non ci muoviamo»
ALPAGO
«Un boato. Poi il rumore di qualcosa che viene giù, pensavo ad alberi, ma era buio e non ho potuto vedere che cosa fosse effettivamente. Alla luce del sole abbiamo capito che la frana di Schiucaz aveva scaricato ancora qualcosa».
Rudy Zanon racconta dei nuovi boati sinistri che l’altra sera provenivano dalla frana che, la primavera scorsa, ha buttato fuori di casa lui e altre 16 persone.
Mercoledì sera gli abitanti di Schiucaz sono tornati a drizzare le orecchie e a preoccuparsi dello smottamento che hanno davanti all’uscio di casa o dell’attività commerciale: la parete si muove, eccome, con boati e fruscii. Nulla di buono.
Un rumore che, l’altra sera, ha intimorito non solo i residenti delle case, ma anche Comune e Veneto Strade: il problema, infatti, più che il materiale che può ulteriormente franare lungo il canalone in situazioni meteo “normali”, sono le allerte previste in questo weekend, a cominciare da questa mattina.
L’Alpago è tra i territori a rischio rosso nell’allerta della Protezione civile veneta per quel che riguarda la criticità idrogeologica: rischio idraulico sulla rete secondaria (quindi su fiumicelli e torrenti) e geologico. Allerta gialla, invece, per la rete idraulica principale.E la frana di Schiucaz è ancora lì che minaccia le case, con Veneto Strade che ieri ha rinforzato il muro di container.
Stante il “ritorno in vita” della frana, fra gli abitanti si è sparso nuovamente il timore di evacuazione, la paura di dover di nuovo lasciare le case dopo mesi di “esilio” in albergo o dai suoceri: «Ma noi questa volta non ci muoviamo», continua Zanon. «Hanno avuto (enti, Comune compreso, ndr) tutto il tempo in questi mesi di lavorare. Non possono pensare di farci evacuare ogni volta».
Qualche mese fa il loro rientro nelle abitazioni dopo mesi di timori per le attività commerciali e le mura di casa (qualcuno sta ancora pagando il mutuo).
«Evacuazioni non sono previste per ora. Ma dipende dal maltempo di questi giorni: bisogna vedere che cosa succede nel weekend», spiega il sindaco Umberto Soccal, che annuncia anche una riunione per questa mattina in Comune e l’apertura del Coc per ogni evenienza.
Ieri il sopralluogo del sindaco sulla frana. «C’è stato questo cedimento, che si è fermato nel canalone», continua il sindaco «e Veneto Strade ha anticipato dei lavori che avrebbero dovuto essere eseguiti la prossima settimana. Ha aggiunto altri container a protezione delle abitazioni. Attualmente non prevediamo evacuazioni. Il weekend, però, non si può considerare dei migliori dal punto di vista meteorologico: c’è l’allerta. Comunque facciamo una riunione e apriamo il Coc».
Veneto strade spiega che si tratta «di uno scivolamento» e che «sono state potenziate le protezioni passive» per evitare coinvolgimenti delle case. Sul posto resta comunque attivo il monitoraggio continuo.
A giugno di quest’anno si pensava che con la frana di Schiucaz si chiudessero definitivamente i conti a suon di bombardamenti: tutti si ricorderanno delle esplosioni organizzate per ridurre i grossi blocchi di pietra e l’enorme massa di materiale che rischiava di piombare sulle case. Un’operazione che ha dato dei frutti e che di lì a qualche altro intervento, ha consentito agli abitanti di tornare a dormire nei letti di sempre.
Ora sembra che i capitoli si riaprano. Si spera che il meteo abbia clemenza. —
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