La Giomi non molla: «Cardiologia tornerà un fiore all’occhiello»
CORTINA. «Il reparto di Cardiologia non chiuderà». Parola di Massimo Miraglia, amministratore delegato della società Codivilla-Putti spa. «Stiamo portando avanti un progetto per mantenere aperto il reparto e riattivare i ricoveri, così come era stato pensato nove anni fa, quando era diventato operativo».
Appena possibile, quindi, si tornerà al regime dei ricoveri, sospesi lo scorso aprile per mancanza di medici, dopo che due cardiologi avevano lasciato l'ospedale per passare ad altre strutture. Non è prevista, quindi, alcuna smobilitazione, neanche dopo le dimissioni di Fabio Bellotto. Il primario di Riabilitazione cardiologica a breve lascerà l'ospedale ampezzano, dove lavora dal 2007.
Dottor Miraglia, quale sarà il futuro del reparto di Riabilitazione cardiologica al Codivilla?
«Innanzitutto auguro ogni bene al dottor Bellotto, che ha portato avanti il progetto della Riabilitazione cardiologica fin dall'inizio, con grande cura e professionalità. Bellotto ha deciso di dedicarsi a un'altra struttura e io rispetto questa scelta. Da parte nostra, stiamo portando avanti un progetto per mantenere il reparto così come è stato pensato, quindi la Cardiologia non chiuderà».
I ricoveri della Riabilitazione sono sospesi da sei mesi: cosa si fa ora nel reparto?
«I ricoveri sono stati sospesi, ma il reparto è rimasto operativo, con la sua attività, fatta di visite cardiologiche e indagini strumentali per i pazienti e la cittadinanza. Il Codivilla ha investito nella Cardiologia e nella Riabilitazione per dare un servizio in più alla montagna, ma ciò rappresenta un costo per l'istituto e sono grato al dottor Bellotto per aver riconosciuto questo sforzo economico da parte nostra. Quella fatta dal consiglio d’amministrazione a suo tempo, è stata una scelta consapevole, per dare maggiore qualità all'ospedale».
Senza i ricoveri, però, come ha dichiarato Bellotto, mancano i numeri per poter portare avanti la mission iniziale: ospitare pazienti provenienti da fuori sede, svolgere l'attività didattica rivolta a medici specializzandi in Cardiologia e portare avanti ricerche attraverso pubblicazioni su riviste internazionali e la partecipazione a congressi.
«L'attività scientifica e congressuale proseguirà, com'è stato in questi anni, così come la collaborazione con l'Università di Padova. I cardiologi sono andati via perché evidentemente hanno trovato alternative più interessanti. Un rimpiazzo lo abbiamo già trovato, ma ora dovremo muoverci per sostituire il primario, che avrà le stesse mansioni del dottor Bellotto, secondo la convenzione fatta nel 2007 tra la Giomi e l'Università di Padova. Non sarà facile: Cortina è una bella piazza, ma non è semplice trovare professionalità disposte a venire quassù a lavorare. Ma questo, si sa, è un problema che affligge tutta la provincia di Belluno».
La situazione di precarietà della Cardiologia avrà qualche ripercussione sul futuro del Codivilla?
«L'incertezza non gioca certo a nostro favore. Noi come Giomi abbiamo sempre cercato di velocizzare le pratiche e gli interventi per stabilizzare la situazione del Codivilla. Ad aprile 2017 scadono i trenta mesi di tempo per l'Usl 1, chiamata a trovare una soluzione e a privatizzare completamente la struttura (oggi la gestione è mista: 51% Usl 1 e 49% Giomi Spa, in regime di sperimentazione protratto negli anni, ndr). Il tema è caldo, noi auspichiamo una decisione definitiva».
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