La “goletta dei laghi” di Legambiente nelle acque di S. Croce

Oggi dalle 18 alle 20 sarà avviata l’attività di monitoraggio. Nel mirino finiscono le microplastiche: domani i risultati 



Arriva la “Goletta dei Laghi”. Oggi pomeriggio monitorerà le acque di Santa Croice e domani mattina dirà se sono buone, come si ritiene in Alpago, o se presentano delle criticità.

Da oltre 10 anni la Goletta di Legambiente si occupa di individuare le principali criticità che minacciano la salute dei bacini lacustri italiani e i loro preziosi ecosistemi: scarichi non depurati e inquinanti, cementificazione delle coste, captazione delle acque, incuria e non ultima l’emergenza rifiuti, in particolare l’invasione della plastica, che non riguarda soltanto mari e oceani, ma anche fiumi e laghi.

Oggi, dalle 18 alle 20 avverrà l’attività di monitoraggio delle micropalstiche in collaborazione con la sezione di Belluno di “Lega Navale Italiana”. Attività che proseguirà domani alle 10 lungo il lago, coinvolgendo anche tutti i presenti. Alle 11 presentazione dei dati dei monitoraggi microbiologici dei laghi del Veneto e il commento delle indagini effettuate.

«Siamo felicissimi che la Goletta dei Laghi arrivi per la prima volta nella nostra zona», commenta Massimo De Nardi di Legambiente, «sarà molto interessante conoscere i risultati dei rilievi fatti dagli esperti di Legambiente. Sempre di più i laghi italiani rappresentano un’importantissima risorsa naturale e ambientale in Italia, anche alla luce dei cambiamenti climatici e degli effetti sulle risorse idriche. Anche il Lago di Santa Croce rientra a pieno titolo tra questi importanti patrimoni comuni da continuare a tutelare, visto anche l’ingresso di questo lago per la prima volta nella classifica delle acque costiere di balneazione del Veneto».

È la prima volta per il lago di Santa Croce. Il monitoraggio dell’anno scorso, in altri bacini, ha rilevato la presenza di cattiva depurazione, di microplastiche e di siccità. Sulle sponde i macro-rifiuti erano per il 76% di plastica, il 10% di vetro, il 5% di metallo e il 5% di carta.

Le novità della campagna 2019 sono tre: l’analisi della presenza di microplastiche fino a 70 metri di profondità, la ricerca di comunità microbiche sulle microplastiche rinvenute – la cosiddetta plastisfera, potenziale veicolo di elementi patogeni dannosi per l’ecosistema e per l’uomo – e il primo monitoraggio di un fiume alla ricerca delle microplastiche, l’Isonzo in Friuli Venezia Giulia e nel suo tratto sloveno dove il suo nome è Soça. —


 

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