La grande gioia di Omar Benaly sua figlia Meriem si è laureata

LONGARONE. È una storia di fatica e di successi. Piccoli successi forse, per chi vive in occidente, ma che per tanti altri uomini e altre donne, che vengono da terre lontane, sono capaci di dare un...

LONGARONE. È una storia di fatica e di successi. Piccoli successi forse, per chi vive in occidente, ma che per tanti altri uomini e altre donne, che vengono da terre lontane, sono capaci di dare un senso a tutta una vita.

«Omar l'altro giorno si è presentato nel mio ufficio», spiega Umberto Farenzena, direttore della Cooperativa Cadore Scs, «e aveva un sorriso più raggiante del solito. Portava con sé tutto l'orgoglio che ogni padre può provare per la laurea di un figlio». Gioia comune a tanti, ma con un sapore diverso per Omar Benaly, 58 anni, operatore ecologico della Cooperativa Cadore e di stanza al Comune di Longarone, venuto in Italia nel 1990 alla ricerca di lavoro e di fortuna. «Omar Benaly», prosegue Farenzena, «è un nostro socio lavoratore dal 2010; dapprima un operaio stagionale, poi, grazie al suo impegno, alla sua forza di volontà, alle sue capacità si è guadagnato la fiducia e si è meritato un posto di lavoro fisso come operatore ecologico al Comune di Longarone. Ce lo aveva segnalato qualche anno fa il sindaco di Calalzo, Luca De Carlo, come un caso sociale da affrontare, a causa della mancanza di lavoro e della famiglia numerosa. Omar si è dato da fare: ha abitato prima a Calalzo, poi a Farra d'Alpago, infine a Longarone, dove oggi è in graduatoria per l'assegnazione di una casa popolare. È orgogliosamente diventato cittadino italiano nell'aprile 2015. Da sempre, lo reputo uno dei migliori elementi della nostra cooperativa».

Ora la grande soddisfazione di vedere laureata la figlia primogenita Meriem, all'Università di Trento, nel Corso di laurea triennale in Studi internazionali, con la tesi “Islam e Democrazia: prospettive ed ostacoli”'. Votazione 11010 e lode.

Ma chi è Omar, da dove viene, come è composta la sua famiglia? È nato nel 1958 in Marocco, in un villaggio berbero; si è sposato con Rkia Abrach, anche lei berbera, e hanno avuto quattro figlie: Meriem, 23 anni, che si è appena laureata, studiando il primo anno da non frequentante, a causa dei problemi economici della famiglia, quindi grazie a una borsa di studio che si è conquistata. Poi Hajar, 20 anni, che ha concluso quest'anno il liceo scientifico “Galileo Galilei” a Belluno e che in questa intervista ha fatto anche da portavoce del padre («perché lei parla l'italiano molto meglio di me», commenta Omar sorridente ed orgoglioso) e che proprio ieri è andata a pagare l'iscrizione per i test di ingresso a Medicina, con la speranza di farcela a studiare a Padova dal prossimo anno. Poi ci sono Chaimaa, 18 anni da compiere dopo domani, che studia al liceo economico sociale Giustina Renier di Belluno, e Doha, 8 anni, che ha fatto la terza elementare a Longarone. Le prime tre ragazze sono nate a Casablanca, la quarta a Pieve di Cadore.

Omar ha lavorato in fabbrica, alla Diesse di Vallesella di Cadore, fino a quando l'azienda ha chiuso i battenti; poi è rimasto due anni senza lavoro. Ha studiato da piccolo un paio di anni in una scuola coranica; sua moglie Rkia, invece, ha imparato a leggere e a scrivere verso i 35 anni, dopo essere diventata mamma tre volte. Avere oggi una figlia laureata è per loro una gioia che fanno fatica a descrivere, ma che traspare dagli occhi.

«Ho ritenuto giusto dare questa notizia», chiude Umberto Farenzena, «perché, seppur in piccolissima parte, la Cadore e i Comuni interessati hanno contribuito a favorire una bella storia di integrazione».

«Grazie mille a tutti», riesce soltanto a dire, Omar Benaly, ancora commosso, «l'Italia è la nostra famiglia. Davvero grazie a tutti».

Stefano Vietina

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