La guerra sul Grappa in un videogioco
BELLUNO. Non ha bisogno di spiegazioni lo choc degli alpini dopo aver visto pochi secondi del nuovo videogame di guerra ambientato sul monte Grappa.
«Solo il sacrario del monte Grappa accoglie i resti di 22.950 morti. E non dovremmo essere scioccati?» si chiede Sebastiano Favero, presidente nazionale dell'Ana, che risiede a Possagno, e non vorrebbe aggiungere dell’altro per significare l'esecrazione del popolo delle penne nere per quest'ultimo insulto.
Altra domanda se la pone il presidente della Regione, Luca Zaia. «100 anni dopo ci toccherà rivivere la prima guerra in videogame? È una bestemmia. Poi toccherà al bataclan, a Nizza. E magari anche ad altre stragi, come quella del Vajont». Un videogioco, fresco di uscita in Italia, simula un conflitto tremendo proprio là dove si è tragicamente combattuto 98 anni fa. Si tratta di un nuovo capitolo della serie Battlefield con a tema la prima guerra mondiale, e tra i numerosi scenari il Monte Grappa. Quando il presidente Favero ha riscontrato una delle tante ambientazioni del 'gioco', è stato catturato dai brividi.
«Prendi parte ad una delle battaglie finali fra le maestose vette delle alpi venete, sopra le nuvole, ad alta quota dove ha luogo uno scontro disperato per il controllo dei forti montani - è la sollecitazione che arriva dal sito del videogioco -. Persino i veterani più esperti si trovano in difficoltà. Utilizza gli enormi cannoni dei forti per fermare l'avanzata dei nemici, colpendoli mentre cercano di scalare la montagna. In questo infernale combattimento l'impero austro-ungarico è in posizione di forza, ma l'esercito italiano non si fermerà prima di aver riconquistato i propri territori».
Il videogame presenta una decina di possibili mappe dove poter combattere, dalla foresta delle Argonne al Grappa. Ecco i forti delle nostre Prealpi, all'interno dei quali vediamo i presunti militari dei due fronti spararsi, lanciarsi bombe incendiarie, granate, accoltellarsi alle spalle, utilizzare il lanciafiamme. Peggio addirittura che 100 anni fa. Scene di una cruenza unica, tra fili spinati e contrapposte trincee. Zaia inorridisce. «I morti lassù sono stati così tanti che non ne abbiamo bisogno di altri, ancorchè virtuali» afferma e dando ancora più voce allo sdegno degli alpini aggiunge: «Se proprio non vogliamo rispettare la dignità dei vivi, rifiutando di ucciderli seppur solo per gioco, almeno non veniamo meno alla giusta memoria dei morti».
Per il presidente Favero è indubbio, infatti, che ci si prende gioco dei morti e dei vivi e che, pertanto, siamo in presenza di un programma inaccettabile sul piano culturale, oltre che etico. «È una dissacrazione del Grappa che per noi (e non solo per noi alpini) rappresenta un patrimonio che va rispettato». E, secondo Favero, lo si deve fare in momenti delicati come quelli che il pianeta vive, con il Papa che continua ad evocare il rischio della terza guerra mondiale. Il video cattura il giocatore nei suoi stessi sentimenti, offrendogli la 'opportunità' di condurre vittoriosamente la guerra al nemico, in questo caso contro gli austroungarici.
Raffaele Panno, presidente della sezione Ana di Treviso, che con quelle di Conegliano, Valdobbiadene e Vittorio Veneto sta organizzando l'adunata del 2017, ricorda che proprio i suoi alpini assicurano l'onore ai caduti sul Grappa. Una vera strage nella prima e seconda battaglia del 2018, a quelle quote. La quarta Armata, negli ultimi giorni d'ottobre del 1918 perse 5.200 uomini; ben 18.500 i feriti, 600 i dispersi. L'esercito 'nemico' perse 600 ufficiali e ben 15.500 soldati. «Come ci si può divertire, giocando alla morte - si chiede Panno -, in presenza di una carneficina come questa? Gli alpini s'indignano perché sono sì soldati, ma soldati di pace». Ecco perché quando Onorcaduti ha lasciato la custodia del sacrario del Grappa, l'Ana ha inviato i suoi volontari a tener aperto il luogo sacro.
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