La Latteria fodom paga anche più di Lattebusche
LIVINALLONGO. Singolare corsa, tra Lattebusche e Latteria sociale di Livinallongo a chi paga di più il latte al produttore.
Vince, al momento, la latteria fodom: 0,49.56 al litro, contro 0,49.13. E – assicura Flavio Zeni, direttore di Avepa – questo è uno dei prezzi migliori praticati in Italia. Soddisfazione, dunque, all’assemblea dei soci svoltasi ieri, presenti numerosi sindaci.
Leandro Grones, il primo cittadino del posto, ha preso spunto da questo e da altri dati del bilancio 2014 per suggerire un salto di qualità, oltre che di quantità: se il famoso formaggio Zieger, aromatizzato, viene acquistato a 20 euro al chilo, perché i produttori locali non possono tentare la stessa quotazione o una che si avvicina? I pascoli di Livinallongo sono un campione di biodiversità, non hanno trattamenti al tema e con il nuovo Prs del Veneto i contadini della valle potranno contare su contributi di 750 euro l’ettaro, anziché 450, per migliorare ulteriormente, quindi avanti tutta con la qualità.
Perché – ha spiegato Grones – il turista oggi chiede natura ed è disposto a pagarla.
La latteria di Livinallongo, presieduta da Cristhian Grones, scoppia di salute. E non solo perché va alla meraviglia il Bar bianco, con annessi pizzeria e caseificio. Il 2014 si è concluso a quota 875 mila euro, ma il patrimonio netto di questa realtà d’alta quota è di 563 mila euro. Qualsiasi investimento debbano fare i circa 20 soci, non hanno certo bisogno di pietire chissà quali aiuti in banca, semmai di attingere dalla Regione i contributi che peraltro a loro spettano.
Nel 2014 hanno lavorato 722.627 litri di latte prodotto dalle loro stalle ed altri 38.549 acquistato all’esterno. Tutti ricordano quant’è stata difficile la scorsa annata, a causa del maltempo.
Bene, la Latteria di Livinallongo è riuscita ad aumentare la produzione dal 7 al 10%, secondo le diverse stalle.
All’assemblea è intervenuto anche il sindaco di Alleghe, non sono mancati i dirigenti di Ccoldiretti e per Avepa c’era anche Giuseppe Pellegrini.
Il sindaco Grones ha elogiato la capacità della latteria di sfidare ogni tipo di difficoltà e di proporsi con una grande ed invidiabile qualità, che la sta premiando, oltre che con una significativa remunerazione dei soci.
Realtà come questa, purtroppo, non possono avvalersi dei cosiddetti Fondi Brancher (che il Comune ha chiesto, invece, per migliorare alcuni impianti), però la Regione ha messo a disposizione risorse importanti con il piano di sviluppo rurale; l’aumento, ad esempio, dei contributi per lo sfalcio dei prati. Il consorzio di Livinallongo, nato nel lontano 1938, si è ampliato nel 1983 con una nuova sede destinata alla lavorazione del latte.
La tradizione locale – spiegano i dirigenti della latteria - ha mantenuto i processi di produzione che si tramandano uguali da anni, sfruttando un territorio che ha deciso di non adottare il tipo di coltivazione intensiva della pianura. Il foraggio degli animali è, dunque, naturale e favorisce la produzione di un tipo di latte ancora più genuino. I formaggi, inoltre, vengono venduti sia freschi che affumicati: il Fodom, il Renaz, il Cherz, il Contrin, la ricotta fresca o affumicate e le caciotte dal sapore erborinato ottenuto con l’aggiunta di erba cipollina nell’impasto.
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi