La Lega bellunese sceglie Vello e boccia Gidoni

Schiacciante vittoria per il 22enne segretario della Sinistra Piave
BELLUNO. Un risultato chiarissimo. Diego Vello è diventato segretario provinciale della Lega nord, a 22 anni, con 91 voti distanziando di molte lunghezze l'onorevole Franco Gidoni. L'ex vice sindaco di Belluno e parlamentare del Carroccio si è fermato a 56 preferenze. Un bel distacco, che c'era già quando i delegati (150) sono arrivati al centro diocesano per il congresso provinciale. Lo si è capito dagli applausi che hanno punteggiato il discorso di Vello; molto più pacati quelli rivolti a Gidoni. «La Lega è questa» si limita a commentare Gidoni alla fine «c'è stato un congresso, i militanti hanno votato in piena democrazia. Il partito va avanti, non cambia la linea politica, che viene data dal nostro segretario Bossi. Al nuovo direttivo tocca il compito di portare la linea politica sul territorio. Nel direttivo, d'altra parte, tutte le anime della Lega sono ben rappresentate, la base come i militanti impegnati nelle istituzioni. E questo è una garanzia dell'equilibrio del movimento». Aria nuova anche nel direttivo, non solo nella segreteria. Sono stati eletti: Michele Badole, Raffaella Bellot, Danilo Bortoluzzi, Andrea Rusalem, Prisca Secchi, Silvano Serafini Orso Grigio, Andrea Stella, Alberto Vettoretto, Angelo Zago. Primo dei non eletti Franco Dalle Grave. Un congresso a porte chiuse, con giornalisti (ma anche i simpatizzanti) fatti uscire bruscamente. Il motivo di tanta segretezza? Forse la voglia di dirsele fuori dai denti senza testimoni (visti i problemi che la Lega ha avuto negli ultimi mesi soprattutto in Provincia). Ma anche il congresso che elesse Vaccari, cinque anni fa, si svolse a porte chiuse, con i giornalisti apostrofati in malo modo («La giornalista lì in fondo? Fuori»). Sta di fatto che secondo Matteo Toscani, tutto si è svolto in modo pacato: «Prendo atto serenamente della decisione della maggior parte dei militanti di votare Vello», aggiunge il vice presidente del consiglio regionale. «Perchè Gidoni ha perso? Forse perchè nei momenti in cui qualcosa non va, si cerca la novità. Ora a Vello spetta il compito di mediare, di capire che il partito è formato dalla base ma anche dalle persone che ricoprono un ruolo nelle amministrazioni. Vello ha fatto un discorso idealista, ma me lo aspetto da un giovane di 22 anni». Quel che non è piaciuto ai militanti è di sicuro la deroga chiesta e ottenuta da Gidoni per poter correre alla carica di segretario, pur essendo parlamentare. Una deroga che è stata vista quasi come una imposizione dall'alto. Punita con il voto a Vello. E la base ha dimostrato subito da che parte stava, applaudendo a più riprese il discorso del giovane candidato. Il suo intervento ha parlato alla pancia del partito, a chi preferisce il movimento di lotta a quello di potere. Un discorso sugli ideali della Lega che ha fatto molta presa, soprattutto nei passaggi in cui il nuovo segretario ha battuto duro contro gli interessi personali in politica. Qualcuno, nella Lega ovviamente, parla della vittoria di Vello come di una bocciatura di Bottacin e delle dispute in Provincia. «Questi ragionamenti non mi interessano» taglia corto Vaccari, segretario uscente. «Il movimento deve essere unito, coeso: ha grandi obiettivi da raggiungere, come il federalismo. La Lega deve essere vicina alla gente, in questi momenti di crisi di lavoro e di disastri delle alluvioni. L'ho detto prima del congresso e lo ribadisco adesso: avevamo due validi candidati». E le polemiche? «Guardiamo agli alberi che crescono in silenzio, non all'unico albero che cade con fragore».

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