La Lega Nord è infuriata, Gidoni non firma

Bottacin: «Esigiamo spiegazioni formali» An: «Ci aspettiamo quanto promesso»
BELLUNO.
«Esigiamo che Prade spieghi formalmente alla Lega perché ha inserito due assessori in più». E’ scontro aperto tra la Lega Nord e il sindaco Antonio Prade. Le nomine di giunta non sono piaciute per niente al Carroccio, tanto che Franco Gidoni, indicato quale vicesindaco, non ha ancora firmato il decreto di accettazione delle deleghe. Se e quando Gidoni firmerà non è ancora noto, perchè la Lega Nord su questo argomento ha chiesto il silenzio stampa, ma il messaggio al sindaco è chiaro: è bene che la faccenda venga chiarita al più presto, altrimenti...


A quanto pare Gidoni non intende entrare in giunta fino a quando Prade non renderà conto politicamente delle scelte fatte, ma è tutta la Lega Nord ad essere infuriata per aver ceduto il secondo assessorato a tecnici, talmente esterni da essere considerati vicini al centrosinistra. La sezione bellunese si riunirà domani per decidere cosa fare, ma anche il segretario regionale Gian Paolo Gobbo sta seguendo la vicenda e si dice che abbia già informato i massimi vertici, cioè Bossi, e i voti della Lega in maggioranza, al momento, non si possono contare con serenità.


«Esigiamo spiegazioni da Prade», dice il consigliere regionale del Carroccio Gianpaolo Bottacin, «il sindaco deve venire nella sede di via Marisiga, davanti a tutta la sezione cittadina della Lega Nord, a dire perché ha fatto certe scelte. Ci aveva chiesto un sacrificio per lasciare a nove il numero degli assessori, abbiamo accettato senza insistere e ora ci ritroviamo una giunta a dieci. Prade venga, ci spieghi e poi faremo le nostre valutazioni».


Prade dunque è al lavoro per cercare una mediazione e al momento sta trattenendo a sè le deleghe affidate a Gidoni. I dubbi in maggioranza però sono diffusi. «Aumenta il divario tra chi ha già avuto (e molto) e chi deve ancora avere parecchio, tra cui noi», dice l’assessore di Alleanza Nazionale Michele Carbogno. «Non ci permettiamo di intervenire sui problemi della Lega, ma certamente credo che alcune rivendicazioni e richieste da loro avanzate siano legittimamente portate avanti. Il nostro modo di agire è differente, preferiamo abbassare i toni, ma questo non significa che non rivendicheremo tutto ciò che è stato promesso, oltre a ciò che ci è dovuto proporzionalmente al peso elettorale e alla capacità di inter relazione politica quale partito organizzato».


Lunedì c’è il consiglio comunale inaugurale e all’ordine del giorno appare subito il primo banco di prova per la maggioranza di centrodestra: l’elezione del presidente dell’assemblea. Fino a giovedì era scontato che il posto andasse a Forza Italia, che ha quattro persone pronte a giocarsi il posto: Cugnach, Marrone, La Grua e Palumbo (preferito da Paniz). Ora diventa più difficile, anche perché la maggioranza considera tutti gli uomini di Prade in carico a Fi. Il commissario azzurro Maurizio Paniz però non la pensa così: «Fi ha 10 punti percentuali in più rispetto all’anno scorso, era legittimo aspettarsi qualcosa in più e anch’io posso essere sorpreso da alcune scelte del sindaco, ma per il bene della città diamo il buon esempio e non facciamo alcuna rivendicazione di poltrone. Quello è un modo di far politica che non mi piace e io ho la massima fiducia, rispetto e comprensione nelle scelte del sindaco. E’ sui risultati concreti che si misura la guida di una città, non sulle poltrone».

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