«La legge Delrio uno tsunami che ci sta spazzando via»
AURONZO. Tanti i sindaci, soprattutto dei paesi di montagna, che hanno aderito al sit in di protesta organizzato dalla Provincia sulle rive del lago di Misurina. Tra questi anche il primo cittadino di Belluno Jacopo Massaro, che ha puntato il dito contro la legge Delrio: «L'errore madre da cui sono iniziati i dolori è rappresentato dall'aver considerato tutte le province uguali. La provincia di Belluno non può essere considerata come quella di Reggio Emilia o di un altro capoluogo preso a caso. Questo per dire che non si possono trattare territori diseguali con strumenti uguali e soprattutto non si può decidere quali strumenti mettere nelle mani di un territorio se non lo si conosce in maniera approfondita. L'errore che è stato commesso risiede in questi pochi e semplici passaggi».
L'analisi del primo cittadino di Belluno guarda anche a quelle che potrebbero essere le mosse da attuare per cercare una soluzione: «Il decreto Delrio si sta rivelando uno tsunami che sta spazzando via l'intera provincia e discutere su un bene primario come lo é il comparto stradale conferma il livello di fallimento in cui siamo caduti. Da un fallimento, però, se ne può uscire a patto che si trovi un rimedio forte. La soluzione spetta a coloro che questo disastro lo hanno generato, ecco perché ci aspettiamo che nel decreto enti locali confluiscano i fondi necessari per rimettere in sella un territorio le cui difficoltà sono reali e non patetiche bizze».
Parole forti quelle di Massaro, confermate anche dagli altri sindaci che hanno preso la parola. Tra questi Alessandra Buzzo, di Santo Stefano che ha aperto le porte a scenari clamorosi: «Da anni denunciamo il fallimento della legge Delrio che ha ucciso il nostro territorio. Per questo motivo la mobilitazione deve essere forte. Siamo pronti a qualsiasi forma di protesta, anche ad azioni di disobbedienza civile. Vanno bene manifestazioni come quella di oggi, ma serve altro per dimostrare che siamo forti».
Luca De Carlo (Calalzo) ha centrato l'attenzione sulle autonomie locali: «Che senso ha parlare ancora di autonomie locali? Io non ne vedo. Oggi un comune non ha alcuna autonomia, visto che invia al governo centrale molto di più di quanto realmente incassa. Questa non è autonomia, piuttosto competenza. Ma con le sole competenze cosa ce ne facciamo se non abbiamo le risorse per metterle in pratica? Vent'anni fa è stata tentata la strada del federalismo fiscale, ma abbiamo fallito, bisogna ammetterlo. Oggi c'è un progetto contrario che verte sull'accentramento ma anche questo non ha prodotto risultati positivi, piuttosto ha generato solo confusione tra la gente». De Carlo ha concluso il suo intervento con un'esortazione rivolta ai colleghi sindaci: «Possiamo essere di diverse vedute politiche, ma sul fronte del rilancio delle autonomie locali dobbiamo procedere uniti. Le risorse prodotte dal territorio devono rimanere sullo stesso territorio, poi magari si potrà discutere su come e dove impiegarle. È questo il messaggio forte che dobbiamo inviare a Roma».(dierre)
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