La legge di stabilità preoccupa i sindaci
BELLUNO. C’è preoccupazione tra i sindaci del Bellunese per la legge di stabilità che, se verrà confermato l’impianto attuale, prevede una spending review da 15 miliardi di euro. Tagli che verranno ricadono su Stato e Regioni ma che rischiano di incidere anche sul bilanci degli enti locali bellunesi: il taglio previsto a livello nazionale per i Comuni è di 1,2 miliardi, un miliardo quello riservato alle Province.
Consola poco l’allentamento del patto di stabilità che consentirà agli enti locali di sbloccare opere pubbliche e manutenzioni: il taglio dei trasferimenti, specie se lineare, spaventa. E fa arrabbiare. «Per ora è difficile quantificare come si tradurranno questi tagli per i nostri bilanci» spiega il sindaco di Santa Giustina Ennio Vigne, «ma la cosa certa è che si taglia in modo consistente dove il risparmio è già stato fatto. Se non vogliamo ridurre i servizi questo taglio di un miliardo si trasformerà automaticamente in aumento della tassazione locale, noi non abbiamo più margine per tagliare. Lo Stato taglia le tasse, e siamo cattivi noi. Ma è ora di dire le cose come stanno: l’Imu è un’entrata mascherata perché non rimane ai comuni ma una parte viene trasferita a Roma». Eppure una soluzione, secondo gli amministratori, ci sarebbe. «Basterebbe applicare i costi standard» continua Vigne, «è giusto che i sacrifici li facciano tutti».
Punta su un criterio equo per distribuire i tagli anche Pier Luigi Svaluto Ferro, sindaco di Perarolo. «Qui non c’è più nulla da tagliare» spiega, «aspetto di capire come verranno indirizzati i tagli ma ci vuole un criterio che premi gli enti virtuosi. Altrimenti questa volta ci mettono davvero in ginocchio».
Guarda ad altre soluzioni il sindaco di Forno di Zoldo Camillo De Pellegrin. «Se subiremo ancora tagli dovremo ridurre i servizi all’essenziale» commenta, «io penso che sia ora di fondere i comuni anche se sono consapevole che le nostre piccole economie, seppur importanti, non potranno essere risolutive. Ma una gestione omogenea del territorio genera risparmi che potrebbero in qualche modo compensare i continui tagli. Anche i Comuni sono parte di un sistema che non sta più in piedi, serve una nuova organizzazione e noi dobbiamo fare la nostra parte».
La legge di stabilità rischia di mettere a dura prova anche palazzo Piloni sul quale pende per il 2015 la spada di Damocle dei trasferimenti statali per la convenzione con Veneto Strade. Che fare in caso di nuovi tagli? «In caso di mancati trasferimenti potremmo avere grossi problemi» spiega la presidente Daniela Larese Filon, «aspetto di capire quanto possano incidere sul bilancio ma sono preoccupata».
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