La legge sulla montagnaai blocchi di partenza

Avviato l’iter al Senato, approvazione entro il 2008
Fienagione in alta montagna
Fienagione in alta montagna
BELLUNO. Il futuro della montagna è all’esame del Senato. Forse sarà la volta buona per l’approvazione della nuova legge sulla montagna, anche se fin d’ora è certo che passerà almeno un anno prima che il testo venga varato.

Ma il primo passo, almeno, è stato fatto. Sono 32 articoli, destinati a produrre effetti importanti, anche se si tratta di un testo di mediazione. Infatti è il frutto di lunghe discussioni e limature tra centrodestra e centrosinistra. Ne è uscita, così, una proposta bipartisan, non a caso firmata da un senatore del centrosinistra, Perrin, e da uno del centrodestra, Santini. Il disegno di legge si intitola «Misure a favore della montagna» e prevede un onere complessivo di 300 milioni di euro all’anno. I comuni interessati sono tutti quelli classificati montani in base alla legge vigente, che sono ben 4201, la metà di tutti i comuni italiani, con 365 Comunità montane. Una pletora di enti locali, anche piccolissimi, che inutilmente da decenni si tenta di ridurre di numero senza mai riuscirci. Tuttavia, il nuovo disegno di legge che, grazie all’accordo bipartisan, potrebbe essere varato in tempi relativamente rapidi (in tutta la precedente legislatura se ne parlò a lungo inutilmente), prevede anche un meccanismo rigoroso per assegnare la priorità nei provvedimenti ai comuni «veramente» montani. E opera in questo modo una importante scrematura.


Molti gli interventi previsti. Benefici in campo energetico, a favore delle scuole di montagna, della sanità, dei servizi, dell’agricoltura. Agevolazioni per i dipendenti pubblici che chiedano di trasferirsi nelle zone di montagna, assegni di studio per i neolaureati, incentivi per i giovani, facilitazioni fiscali per il piccolo commercio, diffusione della banda larga, e altro ancora. Come la possibilità per i comuni montani di espropriare terreni lasciati incolti per affidarli a chi intenda lavorarli, corsie preferenziali per il recupero dei rustici. E’ prevista anche l’adozione di un Codice della Montagna, ovvero un testo unico che, informa il deputato dell’Ulivo Maurizio Fistarol, «permetterà di conoscere le norme in materia e quindi di poter fruire più agevolmente dei benefici».


Restano in ombra almeno due questioni importanti. La prima riguarda la sostanziale assenza del ruolo delle Province: tutto passa attraverso le Regioni, di qui ai comuni e alle comunità montane. La seconda questione riguarda invece la sperequazione tra Province a statuto speciale e quelle ordinarie. Non ci sono infatti misure convincenti per il riequilibrio.


Fistarol fa presente che si tratta di un testo di mediazione, per consentire di far partire l’iter al Senato (passerà alla Camera per la definitiva approvazione, si spera, entro la prima metà del 2008). Perciò è un testo fortemente «federalista» (nel senso di «regionalista»). Si ritiene, insomma, che le Regioni dovrebbero essere in grado di individuare meglio al loro interno le esigenze dei propri territori montani.

Quanto al resto, sarà nel corso dell’esame in Parlamento, dice Fistarol, che il problema del riequilibrio verrà affrontato con appositi emendamenti, come ha assicurato anche la ministra Linda Lanzillotta. Due ulteriori provvedimenti dovrebbero affrontare, sempre secondo Linda Lanzillotta, la questione dell’esistenza delle «diverse montagne».


Rimane ancora fuori anche la questione dei comuni definiti «montani» ma che in realtà non lo sono: anche per questo è annunciato un provvedimento a parte. La frammentazione istituzionale e la semplificazione della rete degli enti locali è contenuta nel «Codice delle autonomie». Che però segna il passo, a quanto pare ancora arenato nelle secche di una assidua resistenza frapposta dagli enti interessati, anche questa molto bipartisan.

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