La legge taglia gli stipendi nelle società Bim Gsp rischia di perdere Vignato
Chi è in pensione non può percepire un’indennità qualora sia indicato come presidente o amministratore di una società. Non importa se si firmano bilanci di decine di milioni di euro, se ci si assume la responsabilità di accendere un mutuo, di prendere decisioni delicate. Lavorare si può, ma gratis. Lo dice la riforma Madia, approvata dal governo Renzi. La riforma cade anche su Bim Gsp, che da sei anni è guidata da un amministratore unico, Giuseppe Vignato. Di recente è andato in pensione, e non potrà più percepire alcuna indennità per il suo lavoro.
Il mandato di Vignato scade in aprile, con l’approvazione del bilancio della società. Cosa succederà dopo? I sindaci si stanno già interrogando, perché il nodo da sciogliere è di quelli parecchio intricati. L’operato di Vignato in questi sei anni ha permesso di salvare Bim Gsp. L’amministratore è arrivato al timone della società nel suo momento più buio. Il buco era arrivato a 89 milioni di euro. Vignato lo ha portato a 34. Inoltre ha ridotto le spese di gestione di Gsp di quasi quattro milioni e mezzo di euro. E ha restituito ai Comuni tutti i crediti che vantavano.
Se i sindaci si sono assunti l’onere di aumentare la tariffa dell’acqua (decisione che spetta al consiglio di Bacino), Giuseppe Vignato ha messo a punto tutta una serie di operazioni che hanno rimesso in piedi la società e le hanno permesso di ricostruirsi credibilità nei confronti delle banche, che hanno ricominciato a concedere finanziamenti. Cosa accadrà in aprile?
«L’assemblea dei soci, ovvero dei Comuni, dovrà nominare un altro amministratore unico», spiega candidamente Vignato. Disponibile a continuare a guidare Gsp, ma non con la formula attuale, perché non sarebbe più prevista alcuna indennità proprio a causa della riforma Madia. «Non è una questione economica, figuriamoci, ma di responsabilità», continua. Civili, penali, amministrative. Bim Gsp non ha un direttore da anni, e ad oggi di fatto Vignato svolge anche quel ruolo. Assumendosene tutte le responsabilità. La soluzione potrebbe essere quella di passare ad un consiglio di amministrazione, con Vignato che potrebbe diventare presidente della società e gestirne la pianificazione strategica. A quel punto le responsabilità sarebbero condivise.
«Io ho dato la mia disponibilità a continuare questa esperienza», conclude. «Sarebbe un peccato perdere tutto il bagaglio di competenze acquisite in questi anni, anche considerato il piano di investimenti che abbiamo approntato».
Il nodo della successione di Vignato è già stato affrontato in comitato di coordinamento, l’organismo composto dai sindaci e presieduto dal primo cittadino di Belluno Jacopo Massaro. «La legge che taglia le indennità a chi è in pensione ma guida una società è ingiusta, non è accettabile che chi si assume certe responsabilità lo faccia gratis», premette Massaro. «Sarebbe opportuno modificarla, perché implica il rischio di perdere professionalità preziose». Come quella di Giuseppe Vignato. «Il giudizio che diamo del suo operato non può che essere positivo», continua Massaro. «Tutti gli obiettivi che erano stati posti sei anni fa sono stati raggiunti. A gennaio presenteremo il quadro della situazione ai sindaci nelle assemblee di vallata».
Le alternative sono tre: «Mantenere la figura dell’amministratore unico, ma senza Vignato; passare ad un consiglio di amministrazione, per una compartecipazione delle responsabilità; individuare un direttore, con deleghe, che condivida con l’amministratore le responsabilità». Modello Dolomitibus, per capirsi. «Spiegheremo la situazione ai sindaci, ascolteremo le proposte e faremo una sintesi, per arrivare ad aprile pronti», assicura Massaro. Bim Gsp ha imboccato una strada in discesa, sarà importante non sbagliare strada al prossimo incrocio. —
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