La liberazione di Fabio Vettorel, una corsa contro il tempo
Le Iene dedicano un servizio lungo quasi venti minuti in prima serata su Italia 1 per raccontare la vicenda del giovane, compresi i momenti più difficili
AMBURGO. Diciotto minuti per raccontare la storia di Fabio Vettorel. Un servizio lunghissimo, per i tempi della televisione, che la trasmissione le Iene ha dedicato alla vicenda del giovane feltrino in carcere da oltre quattro mesi ad Amburgo.
«Un ragazzo di 18 anni che è andato all’estero in un giorno d’estate e non è mai tornato a casa» ha iniziato a raccontare Nicola Savino, che conduce la trasmissione con Nadia Toffa e Giulio Golia. «Uno pensa: è uno di quei ragazzi che vanno all’estero, bevono, si ubriacano, e finiscono nei guai. Niente di tutto questo, nè alcol nè droga». Ma una manifestazione di protesta («che non è un reato», come hanno ricordato alla fine del servizio) durante il vertice del G20.
Come abbiamo già raccontato nei giorni scorsi, le Iene hanno seguito la vicenda per tutta la settimana delle udienze, fino alla notizia della liberazione di Vettorel dopo il deposito di una cauzione. E fino alla beffa finale, con il ragazzo fatto rientrare in cella dopo che era praticamente sulla porta del carcere con il bagaglio pronto. In quei giorni le Iene hanno girato Amburgo con la madre di Vettorel, Jamila. L’hanno ripresa nei luoghi degli incidenti in seguito ai quali Fabio è stato arrestato. Nella trasmissione sono stati anche mostrati degli spezzoni di video in cui il giovane sembra assolutamente tranquillo mentre soccorre una ragazza ferita o chiede aiuto alla polizia. Il video non è stato mostrato completamente, perchè deve essere ancora portato in aula, a discarico del giovane.
Molti i momenti toccanti che le telecamere delle Iene hanno raccontato: come il colloquio tra la madre e il ragazzo fatto tornare in cella. «Ti voglio bene, stella», continua a ripetere Jamila. «Coraggio» dice al figlio.
E «coraggio» hanno detto le tre Iene alla fine del servizio rivolgendosi alla donna.
È stato anche annunciato agli spettatori delle Iene che oggi la situazione potrebbe risolversi e che il giovane dovrebbe essere liberato. E hanno promesso di seguire passo passo tutta la vicenda di Vettorel.
Ma sarà vero che Fabio finalmente oggi uscirà dal carcere?
Che sia oggi o domani, a questo punto l’importante è che sia. L’Alta Corte ha deciso che Fabio Vettorel non deve più stare nel carcere di Hahnofersand ad aspettare la sentenza, ma che può farlo da fuori. Non da Feltre ma da Amburgo. Fortuna che la madre Jamila Baroni ha potuto trasferirsi temporaneamente nella città tedesca per stare vicina al figlio 18enne, così da poterlo ospitare e permettergli di assolvere a tutti gli obblighi imposti dal tribunale di Altona per concedere la scarcerazione. L’appuntamento nodale di questa mattina è prima dell’udienza, alle 9, alla cassa del Tribunale centrale di Amburgo.
La Baroni, i due avvocati Heinecke e Timmermann e l’interprete devono cercare di capire se si può modificare l’intestazione del versamento dei 10 mila euro di cauzione già versati al Landgericht di Altona, cambiando il nome da “Jamila Baroni” a quello di “Fabio Vettorel”. Questo perché i giudici vogliono un vincolo in più sulla somma, dato dal fatto che ad esserne responsabile dovrà essere solo l’imputato. L’udienza inizia alle 9.30 e i due luoghi distano circa 10 minuti in auto, traffico escluso. Una corsa contro il tempo, anche perché Fabio sarà condotto in aula alle 9.25. Con tutta probabilità Jamila resterà alla cassa del tribunale assieme all’interprete finché la questione cauzione non sarà chiarita, mentre i due avvocati difensori correranno all’udienza.
Interrogatori e arringhe fino alle 13 circa. Sono attesi a sorpresa anche un paio di amici di Fabio dall’Italia, oltre a quelli italiani e tedeschi che vivono ad Amburgo e che si sono stretti attorno a Jamila. Dovrebbero essere interrogati gli ultimi tre poliziotti. Al termine della seduta, se sarà necessario, via di nuovo alla volta del tribunale centrale per definire gli ultimi dettagli del versamento cauzionale (che verrà rifatto, se necessario). Entro le 15, però, altrimenti va tutto rinviato al giorno dopo, perché la banca chiude. Ma la speranza di tutti, Jamila compresa, è di non dover fare altro che portare il figlio con sé, finalmente libero.
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