La Liga Veneta vota contro il commissariamento voluto da Salvini

Tredici sì e 3 no al documento presentato dal segretario Tosi. Nel pomeriggio l'incontro a Milano tra Salvini e il sindaco di Verona era andato male.

PADOVA. Il Consiglio nazionale della Liga Veneta, a maggioranza (13 si e soli 3 no), ha votato un documento proposto dal segretario nazionale Flavio Tosi che ribadisce l’autonomia della Liga veneta a decidere liste e candidature in vista delle elezioni regionali del 10 maggio. Respingendo seccamente le decisioni assunte dal Consiglio federale di via Bellerio solo lunedì.

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Che si sarebbe messa storta per i «lealisti» s’è capito alle 22,40, quando il commissario ad acta, scelto da Salvini per blindare candidature liste e alleanze elettorali della Lega Nord in Veneto (e quindi Luca Zaia contro il nemico interno Flavio Tosi), se n’è andato scuro in volto senza rilasciare dichiarazioni. Dentro, nella sede nazionale della Liga Veneta si consumava il pronunciamento a larga maggioranza in favore del segretario veneto. Contro di lui solo il veronese Sandro Paternoster e i trevigiani , Dimitri Coin e Cristiano Paro. I tosiani sono stati compatti a fianco del leader.

Tosi: "Se insistono con commissariamento lascio la Lega". «Se il Consiglio federale della Lega mantenesse la posizione del commissariamento valuterei le dimissioni da segretario della Liga Veneta. Poi a quel punto liberi tutti». Lo ha detto Flavio Tosi a «24 Mattino» su Radio 24.

«Se venisse portata avanti la linea del commissariamento la frattura sarebbe irreparabile - ha detto Tosi -. Spero che loro rivedano questa decisione presa, una decisione sbagliata». Sull’ipotesi di candidarsi a governare il Veneto il sindaco di Verona afferma: «Io sono stato da sempre fin troppo leale e corretto, quindi ho sempre sostenuto la candidatura di Zaia. L’ho fatto anche lunedì scorso, salvo poi essere commissariato. Ora, se ci fosse una frattura ognuno poi deciderebbe liberamente. Ma se così fosse non avremmo certo provocato noi la situazione, noi abbiamo chiesto solo un diritto scritto nell’art. 39 dello Statuto della Lega, cioè fare le liste. Se loro portano avanti questa frattura, allora ognuno può fare quel che vuole. Posso rimanere sindaco, ritirarmi in seminario o anche candidarmi a governatore».

Il pranzo senza accordo. Che si stesse andando verso una spaccatura lo si era intuito in giornata. L'incontro per la possibile riappacificazione, a Milano, all'ora di pranzo, è andato male. Salvini e Tosi erano rimasti sulle proprie posizioni. "E' una frattura profondissima", ha detto il segretario nazionale della Liga Veneta, che si è dichiarato anche "incazzato ma lucido".

Salvini e Tosi si sono visti faccia a faccia in un ristorante milanese ma non sono riusciti a trovare la "quadra", come diceva Bossi. E Salvini, citando sondaggi recentissimi, ha continuato a dire che "Zaia vince comunque, con qualsiasi coalizione". Ma in cuor suo avrebbe voluto evitare una scissione (sempre più inevitabile) che rimetterebbe fatalmente in corsa la Moretti e il Pd.

Tosi: "Ristabilire le regole interne". In serata a Padova, quando è iniziato il consiglio nazionale, senza Zaia e Bitonci (il governatore ufficialmente per impegni istituzionali), s'è capito subito la direzione che stava prendendo la faccenda.  «Quello che io proporrò stasera al consiglio nazionale della Liga è di spiegare al consiglio federale che il commissariamento per noi non è accettabile»,  ha infatti detto Flavio Tosi prima di entrare alla riunione.

«La comunicazione che verrà data, se verrà accettata la mia proposta - aveva aggiunto Tosi - è che il consiglio nazionale della Liga ritiene il provvedimento di commissariamento irricevibile, sia dal punto di vista formale che sostanziale perché non esiste che si tolga alla Liga Veneta una facoltà statutaria che le spetta da sempre».

«Se si ristabiliscono le regole interne, ovverosia è la Liga Veneta che, come prevede lo statuto e come è da sempre, fa le liste e le alleanze, il problema è già risolto», aveva  continuato Tosi riferendosi allo scontro in atto tra la Liga Veneta e il Consiglio federale della Lega Nord. «Questa sera non parliamo di liste nel Consiglio nazionale, ma diremo al federale "guarda che quella decisione non è condivisibil"».

Zaia indispettito dalla situazione. Muto come un pesce ieri Luca Zaia, che ha trascorso la giornata a Roma, dove insieme agli altri governatori è stato ricevuto dal Capo dello Stato.Ha fatto sapere che in assenza di una squadra di sua fiducia, non correrà il 10 maggio e appare sempre più indispettito dalla piega degli eventi ». A questo punto, può succedere di tutto, sarà secessione? Tocca a Salvini e Zaia la prossima mossa

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