La lotta alle zanzare parte dagli pneumatici
BELLUNO. Sono gli pneumatici i siti più infestati da uova di zanzare Tigre e Koreicus.
Questo è il risultato dello studio portato avanti l’anno scorso dal dipartimento di Prevenzione dell’Usl 1, in collaborazione con l’Università di Padova, l’Istituto Zooprofilattico delle tre Venezie, e l’aiuto di alcuni tirocinanti.
Lo studio, che è diventato una tesi di laurea, è partito alcuni anni fa quando a Belluno è stata avvistata per la prima volta la zanzara tigre (nome scientifico Aedes albopictus). Da qual giorno i controlli e le sperimentazioni si sono susseguiti. Ci sono state perfino delle cavie umane che si sono sottoposte ai morsi di questi fastidiosi insetti per riuscire a catturarli e studiarli da vicino.
L’anno scorso, appunto, è stata la volta di uno studio che aveva lo scopo di individuare quali sono i siti preferiti delle zanzare per depositare le uova. «Abbiamo ricreato appositamente in un’area della prima periferia di Belluno», racconta Marco Dal Pont, coordinatore del Servizio di igiene e sanità pubblica e curatore di queste indagini, «i diversi ambienti che vengono individuati dalle zanzare come luoghi ideali per depositare le uova. Quindi, abbiamo posto delle ovitrappole (bastoncini di legno), dei barattoli, dei secchi, dei vasi da fiori, dei sottovasi, degli pneumatici e dei tombini e li abbiamo riempiti di acqua, la sostanza in cui si schiudono le uova». Questi strumenti sono stati poi posti in tre zone diverse: soleggiate, in ombra e in semi ombra.
«Per quanto riguarda le trappole rivolte al sole, abbiamo visto che le zanzare tigre e Koreicus preferiscono i tombini per la riproduzione, seguiti da pneumatici a pari merito con ovitrappole, al terzo posto ci sono i barattoli, poi i secchi e i vasi», precisa Dal Pont. «Per quanto riguarda, invece, le aree all’ombra, al primo posto ci sono gli pneumatici, seguiti dai vasi e sottovasi, ovitrappole e secchi e alla fine i tombini. Alla fine, controllando tutti i vari siti abbiamo visto che quello preferito sono i copertoni delle auto. Questo ci ha permesso, quindi, di capire dove dobbiamo andare ad agire per eliminare le uova di questi insetti, vale a dire gli pneumatici, seguiti dai secchi, e poi dai vasi, dalle ovitrappole e infine dai tombini. La prevenzione e la disinfestazione, quindi, quest’anno, si concentrerà proprio in questi ambienti».
La disinfestazione pubblica, però, per avere gli effetti sperati di limitare il proliferare delle zanzare, dovrà essere supportata dall’intervento che dovranno eseguire anche i privati nelle loro case, nei depositi d’acqua dei loro giardini, coprendo con teli eventuali copertoni o bidoni per la raccolta di acqua piovana. «Bastano piccoli accorgimenti, come posizionare una rete sopra i bidoni, o svuotare i vasi delle piante», precisa anche Walter Mazzucco, il disinfestatore del servizio di Prevenzione.
Ma il dipartimento, insieme con l’Istituto Zooprofilattico, per questa estate ha in mente un altro esperimento: ricostruire gli stessi siti riproduttivi ma questa volta all’interno di una gabbia. «In questo modo vedremo se otterremo, con le zanzare in cattività, gli stessi risultati registrati all’aria aperta. Incroceremo i dati dei due esperimenti per avere un quadro preciso delle preferenze riproduttive delle Aedes», sottolinea Dal Pont, il quale annuncia che «anche per il 2018 continueremo a monitorare i 47 comuni del distretto di Belluno per verificare la presenza e gli spostamenti di queste zanzare, tramite anche raccolte di uova estemporanee in alcuni luoghi come i cimiteri o le zone agricole».
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