La lunga storia dei ponti sul Piave

Quello della Vittoria non ha piloni nel fiume: le piene li portavano via e li fecero sull'argine
La recente, spettacolare posa in opera del ponte Bailey sul Piave, a breve distanza dal famoso Ponte della Vittoria, rende attuale una ricerca di Lucia Boranga che ha ricostruito "Una storia lunga" a proposito di ponti sul Piave dei quali vi è copiosa documentazione fotografica nella Biblioteca civica dove sono custoditi originali dei fotografi Breveglieri, Mengazzi, Arnoldo, G. Da Ponte, De Cian, Burloni.  


Si ricorda l'arrivo a Belluno dell'architetto veneziano Antonio Da Ponte, autore del progetto del più famoso Ponte di Rialto, nella città lagunare, il cui elaborato per l'attraversamento del Piave a Belluno fu approvato nella seduta di lunedì 12 aprile 1568 dal Maggior Consiglio. La previsione era quella di un manufatto ad unica campata. A fine 1568 il ponte era realtà ma appena dieci anni più tardi una piena del fiume l'avrebbe distrutto. Trascorsero la bellezza di 358 anni prima che il progetto Da Ponte venisse attuato in modo definitivo con il Ponte della Vittoria alla cui inaugurazione, il 23 maggio 1926, partecipò il re Vittorio Emanuele III.  Il manufatto, come ricorda Boranga, «si colloca alla fine di una serie di ponti distrutti a causa di vicende belliche o calamità naturali», ed è dovuto all'ingegno dell'ing. Eugenio Miozzi, coadiuvato, per la cura degli aspetti decorativi ed architettonici, dall'architetto Riccardo Alfarè.  


Di ponti sul Piave si sono occupati in "Belluno, storia, architettura, arte" anche Gigetto De Bortoli, Andrea Moro e Flavio Viuzzuti i quali ricordano, a proposito di un altro attraversamento, che al termine della discesa per Borgo Piave, sulla sinistra, c'è quello che resta del ponte austriaco, iniziato nel 1837 ed ultimato il 13 dicembre 1841, progettista Antonio Zilli.  «Il ponte fu collaudato da una terrificante piena nell'ottobre dello stesso anno; resse molto bene tanto che i bellunesi se ne rimasero sui parapetti, ancora posticci, ad ammirare la piena in basso».  


Tuttavia un'altra piena, quella del 2 novembre 1851, incrinò i due piloni verso Castion sicché il ponte venne chiuso al traffico. Nel 1872 venne rifatto nelle tre arcate che avevano ceduto «mentre nel frattempo era stato riattivato il ponte in legno in piazzetta San Nicolò, subito chiuso, non appena riaperto quello dei Zilli». Questo ponte sarà travolto dall'acqua e da una frana nell'ottobre 1882. Il Genio militare italiano ne riutilizzerà i resti per fare un ponte-passerella in legno.  


Ancora dal lavoro di De Bortoli-Moro-Vizzuti: «Il ponte storico era quello che si apriva sulla piazzetta del Borgo, di fronte al ‘botegòn' e a ridosso quasi dell'abside dell'antica chiesa orientata. Costruito in pietra ed in legname, faceva capo a Caorera; crollava periodicamente, sostituito subito da passerelle in legno, finché veniva rifatto. La prima menzione storica risale al 1388. Definitivamente, questo non venne più costruito a partire dal 1872. Servì però in caso di emergenza come punto più stretto di passaggio. Perfino dopo la distruzione degli austriaci in ritirata, nel 1866, fu subito ricostruito in legno perché non era ancora agibile l'altro.  Più a valle si costruì quello in pietra di cui resta l'arco verso Belluno. Dopo il crollo del 1882, si abbandonò anche questo perché risultava difficile l'innesto con la sponda sinistra, dopo l'alluvione.  Per evitare altri pericoli il Comune di Belluno decise dei costruirne uno in ferro. Situato leggermente più a monte dell'attuale Ponte della Vittoria, fu terminato dall'Impresa Industriale di Napoli il 2 dicembre 1884 e distrutto il 17 novembre del 1917 dalle truppe italiane in ritirata.  


Per poter passare gli austriaci ripristinavano a tempo di record, venti giorni, un ottimo e resistente ponte di legno poggiante sull'arco restante del ponte di Zilli; anch'essi lo distrussero poi nella loro ritirata, il primo novembre 1918, insieme alla passerella costruita più a valle, sempre nel 1917. Il Genio militare italiano ripristinerà ancora in legno quello del Zilli che crollerà definitivamente per una piena il 16 maggio 1926. Anche la passerella austriaca fu ripristinata per facilitare i passaggi».  


Quanto al Ponte della Vittoria si ricorda che si decise di costruirlo com'è dopo aver sperimentato che le piene, soprattutto quelle con l'acqua gonfia di legname, erano in grado di svellere ogni tipo di pilone pur profondamente piantato nel letto del fiume.  Il ponte di Miozzi vide la posa della prima pietra l'11 giugno 1923; nel novembre di due anni dopo furono realizzate le opere di ancoraggio alle sponde; il 17 ottobre ci fu l'apertura al traffico.  Sui pannelli decorativi del manufatto sono riportare le frasi salienti della canzone del Piave Mario.

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