«La Magnifica Comunità appoggia i cadorini»
PIEVE DI CADORE. La Magnifica comunità è al fianco dei fedeli cadorini in difesa delle prerogative e la rappresentatività della storica istituzione dell’arcidiaconato del Cadore. L’impegno che era stato messo nero su bianco dal presidente della Magnifica, Renzo Bortolot, nel documento programmatico presentato nel momento della sua rielezione, nello scorso mese di ottobre, è stato confermato dal presidente dell’ente Renzo Bortolot: «La posizione della Magnifica Comunità sull’arcidiaconato, in questi mesi non è cambiata. La commissione congiunta con la Curia che ha studiato il problema nei mesi scorsi ha fatto alcune proposte che non hanno trovato una nostra condivisione definitiva. È certo, comunque che in base agli accordi intercorsi al momento della rinuncia al giuspatronato, la Magnifica Comunità non potrà mai abdicare alla difesa di questa storica istituzione. Sono ancora validi gli accordi stipulati nel 1934 e nel 1941 dall’allora vescovo Giosuè Cattarossi, con la Magnifica Comunità, grazie ai quali l’arcidiaconato del Cadore ha delle precise prerogative e una rappresentatività importante che non possono essere tolte senza un nuovo accordo con l’ente cadorino che sinora non c’è stato».
Il problema era rimasto sotto traccia e nonostante non ci siano stati nuovi accordi, il problema è stato risolto unilateralmente dalla Curia, sollevando molto disagio tra i cadorini che si sono visti togliere un ruolo storico.
Ma cos’è e perché esiste l’Arcidiaconato del Cadore? La sua storia nasce già con l’evangelizzazione del Cadore fatta da missionari provenienti da Aquileia nel corso del IV e V secolo. Con la crescente organizzazione della Chiesa locale si costruì il primo edificio cristiano sul monte Ricco di Pieve, nel quale arrivavano i fedeli per le celebrazioni religiose.
La chiesa fu dedicata a San Pietro mentre la pieve madre, in tempi successivi, sarà dedicata a Santa Maria Nascente e dipenderà dalla diocesi di Zuglio fino al 717, direttamente sotto il patriarcato di Aquileia fino al 1751 quando venne soppressa. Poi fino al 1846 dipese dall’arcidiocesi di Udine, e dal 1847 dalla diocesi di Belluno. Dalla chiesa madre si costituirono altre chiese sparse sul territorio (Ampezzo, Santo Stefano, San Vito, Auronzo, Valle, Domegge, Vigo). Oggi il Cadore comprende 31 parrocchie e l’arcidiacono è sempre stato scelto tra il clero cadorino. —
Vittore Doro
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