«La mammografia ci ha salvate. Errore farla pagare»

BELLUNO. Due giovani donne salvate dalla prevenzione ma anche da una struttura, quella presente all’ospedale San Martino di Belluno, che non ha nulla da invidiare ai centri più blasonati d’Italia, anzi. Le loro storie sono solo degli esempi, purtroppo, perché la diffusione del tumore al seno tra le donne sotto i 50 anni ma anche sotto i 40, è consistente. Anna e Maria (i nomi sono di fantasia per tutelare la loro privacy) sono entrambe quarantenni, non hanno mai avuto particolari problemi di salute e hanno scoperto la loro malattia solo grazie ad indagini specifiche.
«L’ho scoperto da sola», racconta Anna, «sentendo un nodulo. Sono corsa dal mio medico che mi ha prescritto delle visite urgenti: mammografia, ecografia, ago aspirato, esame istologico e rapidamente i miei timori sono stati confermati. Ho pagato il ticket per tutti quegli esami, una somma importante, ma decisamente inferiore a quello che dovrei pagare adesso, poi ho ottenuto l’esenzione. Io credo che sia un errore gravissimo fare lo screening solo dopo i 50 anni, dovrebbero iniziare a 30 come per il pap test, perché le donne che si ammalano da giovani sono molte ed è proprio da giovani che si rischia di più».
Frequentando l’ospedale per le terapie, Anna ne ha conosciute tante: «Purtroppo ne vedo sempre di più e di tumore al seno si muore ancora, oltre al fatto che si rischia la recidiva. L’unica speranza sta nella prevenzione, ma se le visite hanno un costo elevato la maggior parte delle donne sarà portata a rinviare». Oltre a sottolineare l’importanza della prevenzione «fondamentale per salvarci la vita», Anna vuole anche riconoscere la professionalità dei medici di Belluno: «Sono bravissimi, è un reparto meraviglioso dove ci seguono benissimo e sono molto umani».
Maria non aveva sintomi: nessun nodulo palpabile e nemmeno la mammografia aveva evidenziato il tumore. È stato grazie all’ecografia che ha scoperto il problema: «Da qualche anno facevo esami completi, mammografia ed ecografia, anche se non ero nemmeno vicina all’età dello screening. Nei mesi scorsi l’ecografia ha mostrato la presenza di un tumore multifocale». Maria è già stata operata e ha già intrapreso il percorso terapeutico: «Nel mio caso è probabile che sarebbe passato molto tempo prima di avere sintomi evidenti e a quel punto forse sarebbe stato tardi. La prevenzione, quindi è stata fondamentale e se è vero che molti esami danno esito negativo, vale la pena farli se possono salvare anche una sola donna». Come Anna anche Maria ha scelto di farsi curare a Belluno, nonostante avesse i mezzi e le conoscenze per rivolgersi allo Ieo di Milano: «Dopo la diagnosi i medici di Belluno mi hanno consegnato la cartella clinica, lasciandomi libera di scegliere dove curarmi. Per me non era un problema andare a Milano, lì c’è la mia famiglia e conosco persone che lavorano al centro. Ci sono andata per una consulenza e proprio a Milano mi hanno assicurato che a Belluno avrei ricevuto cure dello stesso identico livello dello Ieo, ma con il vantaggio di restare vicina a casa. Potevo scegliere e ho scelto di restare a Belluno dove ho trovato uno staff di eccellenza, che opera con le tecniche più avanzate e ha le strumentazioni migliori a disposizione. Fondamentale è anche la consulenza del chirurgo estetico che viene da Treviso. Io credo che il centro di senologia di Belluno vada incentivato perché ha medici di altissima professionalità e le donne che vivono in provincia di Belluno hanno il diritto di avere un centro di questo livello vicino a casa».
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