La matrigna gli rovina la festa con gli amici e patteggia la pena

La donna rispondeva di violazione di domicilio e lesioni Il padre invece va a processo soltanto per violenza privata



Festa nell’appartamento dei nonni. La matrigna dell’organizzatore, che pur essendo minorenne era stato cacciato di casa, patteggia la pena di 10 mesi di reclusione per violazione di domicilio, minaccia aggravata, percosse e violenza privata. Mentre il padre è stato rinviato a giudizio solo per l’ultima ipotesi di reato, su richiesta del pubblico ministero Marcon.

Il giudice per le udienze preliminari Scolozzi ha fissato l’udienza di smistamento per il 20 marzo, davanti al collega Zantedeschi, che raccoglierà le liste dei testimoni e fisserà gli appuntamenti successivi. Nel frattempo, ci sono già state due costituzioni di parte civile con Resenterra e Cilia, vale a dire che ci saranno altrettante richieste di risarcimento danni.

Gli imputati saranno a processo anche a partire dal 16 gennaio, ma per maltrattamenti sempre nei confronti di questo ragazzo, che il 21 aprile dell’anno scorso aveva invitato sei amici a passare una serata nella casa del vicino nonno, dove era stato costretto a rifugiarsi. La musica non era da rave party e la donna non aveva alcun diritto di entrare in quell’alloggio, eppure aveva cominciato a bussare con violenza alla porta. Il figliastro le ha aperto e sarebbe stato aggredito, strattonato e colpito al volto con una scarpa, soffrendo una ferita lacero contusa al labbro per pochi giorni di prognosi.

Un altro ragazzo sarebbe stato percosso, preso per il collo e scaraventato sul divano, dove sarebbe stato minacciato con un manico di scopa puntato alla gola e usato come arma impropria. La donna minacciava di chiamare i carabinieri e urlava ai ragazzi «drogati, vedrete cosa vi faccio, vedrete cosa vi capiterà». La stessa e il convivente hanno poi impedito per un’ora ai ragazzi di andarsene, un atteggiamento al limite del sequestro di persona. Solo verso le 23 gli invitati hanno potuto allontanarsi, ma solo a due a due e sotto continua minaccia. —



Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi