La medaglia rubata è dall’ambasciatore De Pellegrin in festa
BELLUNO. La medaglia torna a casa: bentornata dall’Albania. Si vede un’incisione sull’argento placcato oro con la scritta archery: è così che si è capito che era quella rubata ai primi di dicembre nella casa di Sopracroda. Venerdì sarà di nuovo al collo del proprietario, Oscar De Pellegrin, che l’aveva vinta alle Paralimpiadi di Londra 2012 nel tiro con l’arco. Adesso il trofeo è nelle mani dell’ambasciatore italiano in Albania, Alberto Cutillo, dopo che il collezionista Artan Lame l’aveva trovata in un mercatino delle pulci di Tirana e, una volta resosi conto del fatto che era qualcosa d’importante e anche di molto recente, l’ha portata negli uffici diplomatici di Rruga Papa Gjon Pali II (via Papa Giovanni Paolo II). Il tempo del viaggio da oltre Adriatico e il prefetto Francesco Esposito la rimetterà al collo del campionissimo bellunese, che nel frattempo ne aveva ricevuto una copia di consolazione dal presidente del comitato paralimpico Luca Pancalli.
C’è voluto il lavoro paziente di diversi poliziotti e la collaborazione molto stretta tra la Squadra mobile della questura di Belluno e il Servizio per la cooperazione internazionale di polizia, per verificare l’autenticità di quella placca dorata di quattro etti e mezzo, dopo l’iniziale segnalazione: ora tutto torna e mancano soltanto le feste. Dopo quella a palazzo dei Rettori, la seconda sarà a casa di De Pellegrin. Potrebbe essere invitato anche Lame.
L’attuale consigliere federale della Fitarco ha saputo dell’ufficialità del ritrovamento, mentre stava assistendo alla tappa del Giro d’Italia, da Pordenone ad Asiago: «Non vedo l’ora che arrivi quel momento, per riaverla tra le mani. Quel giorno rappresenterà il rientro a casa di un oggetto caro, che purtroppo se n’era andato in maniera molto sgradevole. Cosa ho provato quando mi hanno chiamato? È stata una grande emozione e la memoria è andata immediatamente a quel 3 settembre 2012, quando Mario Scarzella me la consegnò, dopo che avevo vinto la finale allo spareggio con il malese Hasihin Sanawi. Vivrò presto un momento molto intenso, perché da sportivo so quale sia il peso di una medaglia del genere».
Continuano intanto le indagini sulla banda di albanesi che quella notte è entrata nella sua abitazione, rubando molte altre cose dal valore affettivo molto inferiore: «Dietro una vittoria come Londra ci sono fatica e sacrificio. Ringrazio forze dell'ordine e tutti coloro che hanno partecipato alle indagini. Il mio pensiero va anche a Lame, la persona che l’ha trovata e l’ha reso noto alle autorità. L’ambasciatore italiano in Albania mi ha già detto che dobbiamo vederci. Quanto alla medaglia, riprenderà a girare per le scuole».
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