La memoria del Vajont tra le penne nere
BELLUNO. Lo spirito alpino si coltiva fin da piccoli. E una dimostrazione è data dalla partecipazione delle penne nere bellunesi all’adunata nazionale che si è aperta ieri a Piacenza.
«Diversi dei nostri alpini, infatti», sottolinea il presidente Ana di Feltre Carlo Balestra, «sono partiti con tutta la loro famiglia. Un capogruppo ha portato anche il suo bambino di 9 mesi». Dalla provincia di Belluno sono arrivati in quel di Piacenza in circa 3 mila, moltissimi dei quali già tra la giornata di giovedì e quella di ieri. Altri si metteranno in viaggio in queste ore.
C’è chi ha utilizzato i pullman messi a disposizione per l’occasione e chi, la maggior parte, ha deciso di muoversi autonomamente. Tra squilli di tromba, vessilli, gonfaloni e gagliardetti, l’adunata nazionale numero 86 ha preso il via ieri mattina nella storica Piazza Cavalli con l’alzabandiera alle 9, seguita dall’omaggio ai caduti. Ma il momento più emozionante è stato alle 18.30, con l’arrivo della Bandiera di guerra del 1° Reggimento artiglieria da montagna, che ha sfilato da Porta Borghetto a Piazza Cavalli al suono della Fanfara della Brigata Alpina Taurinense.
«Un appuntamento immancabile», evidenziano Balestra e Pierluigi Bergamo, presidente Ana Cadore, «che vedrà le penne nere colorare il centro storico della città». Fortunatamente ieri il tempo è stato clemente. «Per fortuna ci sta “graziando”», ha commentato nel primo pomeriggio Stefano Bertinotti del Comando truppe alpine. «Intanto già giovedì sono iniziati gli incontri con le scolaresche».
Ieri alle 15 si è tenuto inoltre un incontro tra il generale corpo d’armata Claudio Graziano e gli alpini in servizio a Mozambico. Non è poi mancata l’esposizione di mezzi ed equipaggiamenti in dotazione ai reparti, grazie alla Cittadella degli Alpini inaugurata all’Arena Daturi. Una Cittadella divisa in tre sezioni: una prima dedicata alla storia delle Truppe alpine, con cimeli d’epoca messi a disposizione dal Museo storico degli alpini di Trento; la seconda dedicata alla montagna, palestra di vita e habitat naturale degli alpini; un’altra ancora incentrata sulle operazioni, celebrando in particolare il 30° anniversario delle missioni all’estero. Per l’occasione, al termine dell’inaugurazione, è stato anche realizzato un collegamento satellitare con gli alpini in Afghanistan.
Le penne nere della provincia di Belluno sono state presenti a tutto. Ma un momento preciso della giornata ha messo ancor più in evidenza la loro partecipazione. Il Politeama ha infatti ospitato ieri una serata tutta dedicata al Vajont. «Nella prima mezz’ora un ricordo del disastro», precisa Dino Bridda, che ha condotto l’evento, «puntando l’attenzione soprattutto sugli interventi degli alpini. Poi è andato in onda un breve filmato girato da Italo Schena, un cineamatore di Agordo, che si era recato sul posto con la sua “Super 8” la mattina del 10 ottobre 1963».
Dopo le testimonianze di due soccorrittori che intervennero nella tragica notte di 50 anni fa, il momento culminante della serata, sempre accompagnata dalla Fanfara della Brigata Alpina Cadore, è consistito nell’incontro tra il sindaco di Longarone Roberto Padrin e quello di Piacenza Paolo Dosi.
Un modo per ringraziare tutte le penne nere che, nelle ore più drammatiche di quel 1963, erano arrivate a prestare il loro aiuto. In attesa della grande sfilata di domani, la giornata di oggi sarà più “istituzionale”, con incontri ufficiali e delegazioni.
La serata sarà più festosa, con l’esibizione dei cori in diverse parti della città. E questa sera gli alpini bellunesi incontreranno anche il sindaco di Piacenza. «Io e il vice presidente Francesco Mungo», dice ancora Balestra, «saremo presenti nell’accampamento delle penne nere abruzzesi, per ricordare il sostegno dato a seguito del terremoto che colpì L’Aquila».
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