«La metà degli hotel è da rinnovare»

Walter De Cassan chiede un cambio di rotta: «I contributi regionali sono l’ultima occasione per tornare competitivi»
Di Martina Reolon

BELLUNO. «Quella che ci troviamo davanti è l’ultima opportunità per rinnovare le nostre strutture alberghiere. Non c’è un domani. Dobbiamo coglierla al volo». È un vero e proprio appello a tutti gli albergatori quello lanciato da Walter De Cassan, presidente Federalberghi Belluno, da Gianluca Lorenzi, alla guida dell'Associazione albergatori di Cortina d'Ampezzo, e da Marco Michielli, presidente di Federalberghi e Confturismo Veneto.

La sede di Confcommercio ha ospitato il direttivo di Federalberghi e la riunione è stata l’occasione per riflettere su alcuni temi di grande importanza. In particolare, sul tavolo ci sono i contributi a fondo perduto stanziati dalla Regione Veneto per ristrutturare, ammodernare e migliorare gli alberghi bellunesi. «Contributi regionali dedicati alla montagna veneta, per un totale di 12,5 milioni di euro», fa presente Michielli. «Per la montagna bellunese si tratta di circa 8 milioni, a cui vanno ad aggiungersi i contributi previsti dai Gal. Quindi anche per il territorio provinciale andremo a superare i 12 milioni».

«Faccio un appello accorato agli albergatori bellunesi: la Regione ha “battuto un colpo”, grazie alla sensibilità dell’assessore Federico Caner, ora si deve rispondere “fulminando” i contributi nel più breve tempo possibile», aggiunge. «Le possibilità di futuri finanziamenti dipendono anche da quanto si dimostrerà di utilizzare. Il destino degli alberghi è in mano agli albergatori stessi».

Anche perché gli alberghi bellunesi, di essere rinnovati, hanno davvero bisogno. «Un bisogno disperato», commenta De Cassan, «non per tutti, ovviamente. Alcuni sono cresciuti negli anni e hanno provveduto ad ammodernarsi. Ma un buon 55% delle strutture necessita di interventi. Ricordiamo che i contributi in questione sono destinati alla riqualificazione di realtà già esistenti. E, del resto, lo diciamo da tanto: la provincia non ha bisogno di nuovi alberghi, ma di alberghi nuovi».

I bandi dovrebbero uscire a giorni e allora si sapranno nel dettaglio le modalità d’erogazione e d’uso dei fondi. Sono comunque previsti tre scaglioni, per interventi di piccola, media e grande entità, con contributi a fondo perduto fino a 20, 40 e 50%. Ma qual è l’età media degli alberghi bellunesi? «Cortina, per esempio, è partita presto con la costruzione di strutture, già tra il 1840 e il 1850», dice Lorenzi, «ci sono realtà nate come b&b e poi evolutesi. Le ultime strutture risalgono a dieci anni fa. Ciò di cui bisogna essere consapevoli è che quello della ristrutturazione è un tema che deve essere affrontato a prescindere dai bandi per contributi. Chi fa l’albergatore deve credere nella propria azienda e investire in essa per il futuro».

Insomma, opportunità e obiettivo sono portare avanti una politica turistica orientata non al prezzo, ma al servizio al cliente. «A mancare in provincia sono servizi rivolti alle famiglie con bambini», continuano, «ma anche quelli legati ad attività collaterali sul territorio (come cicloturismo). Sono solo alcuni esempi. C’è poi il caso delle Spa. Nel nostro territorio sono poche (qualcuna nelle strutture più nuove ad Arabba e Marmolada)». Ma anche qui c’è un problema: leggi e burocrazia. «In Veneto è stabilita un’altezza della stanza di 2,7 metri, con areazione e vetrata (e un’area wellness del Bellunese è stata bloccata per 3 cm, ndr). In Alto Adige si scende a 2,4, a 2,2 in Friuli. È ovvio che intervenire sull’esistente, in queste realtà, è più semplice che non da noi», precisa Michielli.

In ogni caso, ora sul tavolo ci sono parecchie risorse. E Paolo Doglioni ha le idee chiare su come bisogna muoversi. «Ricordiamo che i Mondiali 2021 sono dopodomani», sottolinea, «ed è necessario intervenire da subito. Ascom è vicina a Federalberghi (rappresentiamo la quasi totalità degli alberghi in provincia) e il nostro è un duplice invito: massima rapidità nel recepire i bandi e programmare le spese; pensare non solo a una ristrutturazione edile, ma anche della mente. Senza una formazione continua, nel “cervello”, non si ottengono risultati».

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