La metamorfosi del giocattolo

All’Università di Ferrara un progetto scatena la creatività di 46 giovani futuri architetti

Dalla fantasia degli studenti del primo anno del corso di laurea in design del prodotto industriale dell’Università di Ferrara e dal catalogo della ditta Sevi, è uscita una produzione di giocattoli di legno. Esposti nella mostra “Zoo_Ludus (e non solo) rilievo e disegno per la metamorfosi del giocattolo”, l’esperienza è stata soprattutto un laboratorio formativo.

Lo scopo era quello di ritrovare il gusto tattile del vecchio giocattolo, quello che si può costruire imparando, fatto di tanti pezzi di legno di diversi colori, forme e misure e che fa acquisire ai bimbi, dai tre anni, le capacità pratiche.

Capire, rilevare e creare è stato proprio quel rapporto fecondo che ha dato modo ai 46 giovani aspiranti architetti, guidati dai professori Marcello Balzani, Paolo Ruggiero e Francesco Viroli, di ricreare da catalogo, rilevando, disegnando e rifacendo in laboratorio i modelli in legno in scala, contestualizzandoli poi in mano a un bimbo. Immaginando una storia o una situazione reale di gioco, sono nati altri giocattoli che si possono smontare e reinventare semplicemente cambiando dei pezzi e creando nuove forme.

Ed ecco che i giocattoli originali, quelli commercializzati dalla ditta Sevi, una delle più antiche in Italia specializzata nella produzione di giochi oggi appartenente al Trudi Group, che unifica i marchi Trudi, Sevi ed Olli Obit, hanno dato vita, grazie all’immaginazione dei giovani studenti, di macchine o animali: dal pavone alla papera, passando dalla tartaruga alla moto trainabile, dal clown a Pinocchio, dal draghetto alla coccinella, dal pinguino all’ippopotamo e non solo. Dal camion a un elevatore, dalla tartaruga alla lumaca, dal topo al toro e dal treno al camion Hippi con le tavole da surf, passando dal leone alla piovra trainabile fino all’autopompa dei pompieri al carro armato. Tutti perfettamente funzionanti e pronti per essere usati dai bambini, per giocare e imparare allo stesso tempo.

«Ho realizzato un furgoncino con sopra le tavole da surf» dice Loic Nadal, uno degli studenti del corso di design proveniente dal liceo scientifico di Vittorio Veneto, il cui prodotto gli ha fatto ottenere un 30 sul libretto «una cosa che i bimbi di questa generazione multimediale non conoscono o di cui hanno solo sentito parlare. E mi sono divertito, cimentandomi nella costruzione del giocattolo, pensandolo poi nelle mani di un bambino».

Manuel Bernardini, da Pesaro, ha realizzato un carro armato partendo dalla forma del camion dei pompieri. «Ho tenuto alcuni pezzi del giocattolo originale, ricreandone poi degli altri intercambiabili. In pratica, un bambino con un solo giocattolo può averne due e divertirsi a scomporlo e a ricomporlo utilizzando i pezzi che stimolano di più la sua fantasia. Sono partito dal pensiero dei soldatini, che non erano in catalogo, e ho immaginato un’avventura militare».

A Valentina Rosi, dal liceo scientifico di Modena, invece, è piaciuto trasformare un granchio trainabile, di nome Leo, in un divertente camaleonte colorato. «Ho creato anche una fiaba parallela per spiegare come arrivare alla forma del camaleonte».

Medea Alderuccio ha giocato in casa, perché proveniente dal liceo scientifico Roiti di Ferrara e ha prodotto una lumaca trainabile partendo dalla forma di una tartaruga. «Mantenendo forma, testa e corpo ho pensato a una lumaca trainabile, studiando colori, movimenti e lineamenti. Sono tornata bambina per un po’ e credo che anche i più piccoli, con i giocattoli di legno, potranno ritrovare quella spensieratezza e quella voglia divertirsi giocando con cose semplici».

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