La minoranza all’attacco sui posti in casa di riposo
LIMANA. «Quali sono i tempi di apertura dei nuovi 24 posti in casa di riposo già completati a maggio 2014 dall’amministrazione Favero?». A chiederlo è il consigliere di minoranza Renata Dal Farra, che sul tema ha presentato un’interrogazione. «Quest’amministrazione è in carica da quasi due anni e, a tutt’oggi, non risultano ancora messi a disposizione dell’utenza i 24 nuovi posti, arredati da oltre un anno con le risorse già disponibili con l’amministrazione precedente», fa presente la Dal Farra. «Mi chiedo se siano state ottenute le autorizzazioni di legge da parte dell’Usl competente e della Regione ed eventualmente da quando e con quali prescrizioni. Ma anche come verranno adibiti questi posti letto, rispetto alle previste tipologie iniziali».
Dal Farra chiede anche se ci sia «l’intenzione di inserire nel prossimo bilancio di previsione 2016 della nuova società Limana Servizi srl la programmazione in tal senso, sia a livello economico che organizzativo-gestionale e quali siano, rispetto a tali posti, le disponibilità delle impegnative per la necessaria partecipazione alla spesa da parte della Regione».
Ma il consigliere punta nuovamente l’attenzione pure su un altro aspetto: il mancato coinvolgimento dei gruppi di minoranza sull’attività della Limana servizi: «La nuova società è stata istituita impiegando oltre 100 mila euro, attingendo dall’avanzo di amministrazione, a cui la precedente amministrazione aveva in gran parte concorso ad accumulare per altri importanti progetti e necessità dei cittadini», commenta. «Per quale motivo a tutt’oggi i tre gruppi di minoranza non sono stati coinvolti nella nuova organizzazione della struttura? Neppure con una riunione in loco per la presentazione dei nuovi responsabili e del personale, in gran parte di nuova assunzione, come sarebbe stato corretto e serio fare visto il ruolo di collaborazione e controllo che rivestono per legge i consiglieri di minoranza?».
«Troppo spesso tutte le novità organizzative che hanno interessato il funzionamento di tale struttura, che stanno comportando un diverso impiego delle risorse di questo Comune per circa tre milioni di euro, non sono state condivise», continua, «o se ne è venuti a conoscenza solo attraverso l’approvazione di qualche atto dovuto e già preconfezionato in consiglio comunale o, più spesso, solo a seguito di risposte a delle interrogazioni in tal senso presentate dalla minoranza».
Martina Reolon
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi