La moglie ha un altro: partono chiamate e sms chiesta una condanna
FELTRE. Chiamate mute e messaggi diffamatori. Il pubblico ministero Rossi ha chiesto una condanna a quattro mesi di reclusione per un feltrino che avrebbe molestato e diffamato la fiamma clandestina della moglie. Il difensore Rech, invece, punta all’assoluzione, dopo aver fatto notare al giudice Cittolin che il suo assistito M.S. è già stato assolto dal reato di stalking e non si può procedere due volte per lo stesso reato per il principio del «ne bis in idem» e poi qualche buona ragione per comportarsi in un certo modo ce l’aveva...
La vicenda è molto delicata, perché c’è di mezzo una figlia, che all’epoca dei fatti contestati era minorenne. Il capo d’imputazione scritto dalla Procura della Repubblica racconta di numerose chiamate mute sul cellulare di questo conoscente, anche in orario notturno, per quelli che tecnicamente si chiamano biasimevoli motivi. Tutte concentrate tra l’agosto e il novembre di sei anni fa anni fa.
Ma nel 2014 un messaggio WhatApp è partito dal telefono dell’attuale imputato ed è arrivato alla figlia di 13 anni e il testo suonava, più o meno, «A Feltre, aspettando una mossa del grande pezzo di merda». La ragazza l’ha inoltrato a questa persona, che evidentemente conosceva molto bene, e questo ha configurato anche il reato di diffamazione. Il destinatario ha presentato due querele, tra il 26 agosto e il 2 settembre, che hanno innescato il procedimento penale ancora in corso, a distanza di diverso tempo.
In altri messaggini si leggevano il modello di una macchina o il nome di un bar. Tutto per dire che l’imputato era a conoscenza della storia extraconiugale e sapeva anche in che luoghi si stava svolgendo. Accusa e difesa sono arrivate a conclusioni completamente diverse e il giudice ha rinviato al 2 luglio per eventuali repliche e sicura sentenza di primo grado. Non è lontana la prescrizione. —
G.S.
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