La montagna nel sangue: “Pelmo d’Oro” per sei
BELLUNO. Maurizio “Icio” Dall’Omo, Igor Koller, Luciano Viazzi, Annibale Salsa, Vincenzo “Titi” Dal Bianco e Fausto De Stefani. A loro sarà consegnato sabato 25 luglio, alle 10.30, il “Pelmo d’Oro”, premio annuale itinerante finalizzato a riconoscere i meriti di persone, enti pubblici e privati, associazioni e sodalizi, che si sono contraddistinti per l’impegno a fare della valorizzazione di ambiente e risorse montane, della conoscenza di storia, cultura e tradizioni delle comunità delle Dolomiti bellunesi.
Un premio arrivato alla 18ª edizione e la cui cerimonia sarà quest’anno ospitata dall’antica Certosa di Vedana a Sospirolo, che riaprirà dopo quasi vent’anni. «Siamo contenti che, grazie all’aiuto di numerosi volontari e al sostegno degli sponsor, il “Pelmo d’Oro” possa continuare a essere uno degli appuntamenti tradizionali del nostro territorio», ha sottolineato Daniela Larese Filon, presidente della Provincia. «La qualità del premio si mantiene negli anni», ha fatto eco Francesco Carrer, presidente del Cai Veneto, «grazie soprattutto alla straordinarietà dei premiati».
Quest’anno il “Pelmo d’Oro” per l’alpinismo in attività andrà a “Icio” Dall’Omo, classe 1960, alpinista e arrampicatore tra i più rappresentativi delle Dolomiti, fra i primi a introdurre il settimo grado. All’estero continua a compiere spedizioni con l’apertura di numerose nuove vie.
A Igor Koller, nato in Slovacchia nel 1952, il premio per la carriera alpinistica. È considerato il più grande alpinista slovacco, apre itinerari in tutto il mondo, ma è la Marmolada a legare il suo nome alla storia della disciplina: con l’allora diciassettenne Jndrich Sustr aprì infatti nel 1981 la “Via attraverso il Pesce”, probabilmente l’itinerario di alta quota più difficoltoso al mondo.
Il “Pelmo d’Oro” per la cultura alpina sarà consegnato a Viazzi, classe 1930, fotografo, alpinista, giornalista e scrittore, autore di oltre una trentina di volumi riguardanti la Grande Guerra sul fronte alpino e su quello dolomitico. Si è inoltre interessato con rigore storico alle operazioni su Tofane, Lagazuoi, Marmolada e Col di Lana.
“Titi” Dal Bianco, a cui andrà la menzione alla memoria, è scomparso lo scorso anno. Le sue prime escursioni giovanili furono sulle Prealpi Trevigiane. Arrivò poi l’incontro determinante con uomini e valori delle Dolomiti Agordine, con la scoperta e la divulgazione della Civetta.
La Provincia assegnerà il premio speciale all’antropologo Annibale Salsa, già presidente del Cai: con i suoi studi ha contribuito a far crescere la consapevolezza del patrimonio alpino, valorizzando le radici identitarie.
Il premio speciale “Giuliano De Marchi”, che riconosce l’impegno per la montagna e la solidarietà, andrà a Fausto De Stefani, nato ad Asola nel 1952, realizzatore del progetto umanitario di Kirtipur, in Nepal, per garantire l’istruzione ai bambini poveri.
«Sotto la scelta, 18 anni fa, di chiamare il premio “Pelmo d’oro” (sabato la cerimonia sarà coordinata da Bepi Casagrande, con filmati a cura di Italo Zandonella Callegher, ndr) c’è stata la necessità di far capire che le montagne vanno viste e vissute anche dal basso, da Sud», ha evidenziato Roberto De Martin, componente della giuria e past president di Cai e Club Arc Alpin.
Sabato 25 gli appassionati di filatelia potranno inoltre trovare lo speciale annullo filatelico, che quest’anno coincide con il giorno di emissione di un francobollo di Poste Italiane dedicato alle Dolomiti Patrimonio Unesco. La cartolina prescelta è proprio la Certosa di Vedana.
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