La multa pagata dal vigile urbano l’inizio dei guai per il carabiniere

La procura ha chiuso le indagini su Cavalet, Fanigliulo, il sindaco di Lentiai e altri due militari di Mel Le accuse vanno dall’abuso d’ufficio, al falso, alla truffa, all’arresto illegale e alle lesioni volontarie
Di Gigi Sosso

SINISTRA PIAVE. Multa per eccesso di velocità. Era solo questo, all’inizio. Il fatto che gliel’abbia pagata con 168 euro (e tre punti in meno sulla patente) il comandante della polizia locale di Lentiai, Fabio Cavalet, ha provocato molti altri guai all’allora maresciallo della stazione dei carabinieri di Mel, Cosimo Fanigliulo. Il procuratore della Repubblica, Pavone, ha chiuso le indagini su cinque indagati e sta per chiedere il loro rinvio a giudizio: oltre ai due citati, ci sono il sindaco lentiaiese Armando Vello e i carabinieri Nicola Eramo e Giovanni Agricola. Fanigliulo è stato trasferito alla stazione di Nervesa della Battaglia dopo il 20 marzo dell’anno scorso, con un provvedimento del comandante provinciale dell’Arma, Giorgio Sulpizi, ed è stato sostituito da Walter Azzalini.

La posizione più pesante è proprio quella del graduato pugliese (difeso dall’avvocato trevigiano Riponti), che è accusato di omissione d’atti d’ufficio, abuso d’ufficio, falso in atto pubblico, truffa aggravata ai danni dello Stato e dell’amministrazione militare, arresto illegale, omissione di rapporto, calunnia e lesioni volontarie. La posizione più leggera è quella del primo cittadino (difeso da Frate e Dolif). A Vello viene contestato il favoreggiamento personale.

La multa è del 18 settembre di tre anni fa: l’autovelox è uno di quelli in funzione sulla provinciale 1 della Sinistra Piave. L’acquisizione di documenti e il sequestro di computer da parte della Guardia di finanza hanno permesso alla procura di andare oltre alla vicenda dell’ammenda e di scrivere un capo d’imputazione articolato in 14 punti. Pagine e pagine di accuse, che andranno provate quando comincerà il processo.

Cavalet (difeso da Paniz) e Fanigliulo (Riponti) sono accusati in concorso di omissione d’atti d’ufficio, falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici e falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atto pubblico.

Per l’accusa si sono messi d’accordo, il vigile su istigazione del carabiniere, per non scrivere e contestare il verbale dell’ammenda per eccesso di velocità all’Alfa Romeo immortalata dalla fotocamera del velox. Il proprietario dell’auto, Fanigliulo, non ha comunicato al comando della polizia locale i dati del conducente per la decurtazione dei punti. Cavalet ha scritto un atto ideologicamente falso, sostenendo di essere stato lui alla guida, al momento della violazione.

Il solo comandante deve rispondere anche di abuso d’ufficio per aver procurato un ingiusto vantaggio patrimoniale al maresciallo. Il sindaco Vello è stato ascoltato dal procuratore come persona informata sui fatti sui reati di omissione d’atti d’ufficio e abuso d’ufficio per i quali erano indagati Cavalet e Fanigliulo. La procura lo accusa di aver aiutato i due, in particolare il secondo, che non aveva ancora ricevuto l’informazione di garanzia. Li ha convocati nel suo ufficio in Comune, dicendo loro che c’erano delle indagini in corso e rivelando il contenuto della sua deposizione. Ecco perché gli viene contestato il favoreggiamento personale.

Questo è quanto, più o meno, già si sapeva. Ma Fanigliulo deve rispondere anche di truffa per aver falsificato i propri orari di lavoro nei memoriali di servizio, millantando delle ore di straordinario o simulando di essere presente, quando invece era altrove o di aver cominciato in anticipo il turno di lavoro, quando non c’era ancora. Ma soprattutto di aver arrestato illegalmente un venditore nigeriano rifugiato politico in Italia, perché lo sospettava di droga e di averlo picchiato in caserma. I due carabinieri Eramo e Agricola (Cesa) hanno cercato di coprire il loro superiore, sia per le lesioni volontarie che per l’abuso d’ufficio, non denunciando i fatti.

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