La nuova caserma corre e aspetta il sovrappasso

Il cantiere rispetterà i tempi del progetto iniziale e sarà chiuso entro fine anno Il vicecomandante Calore: «Ma senza questa via di fuga non potremo traslocare»
Di Gigi Sosso

BELLUNO. La caserma corre. Il sovrappasso è fermo. Il cantiere del nuovo comando provinciale dei Vigili del fuoco dovrebbe rispettare i tempi: primo novembre, massimo la fine dell’anno. I lavori del secondo stralcio della ristrutturazione dell’ex Toigo stanno andando avanti spediti, superato qualche contrattempo. Mentre per il momento non c’è un metro del collegamento di Marisiga tra la statale 50 e via dei Dendrofori. Indispensabile per superare la ferrovia con sirena e lampeggianti. Veneto Strade ha assegnato l’appalto alla Operae di Venezia, il cui legale rappresentante Pietro Tindaro Mollica, però, è coinvolto in un’inchiesta della Guardia di Finanza di Roma. Il contratto di avvio è già stato firmato, ma potrebbe essere ereditato dalla Brussi di Treviso, se la situazione non si sblocca. Terza in classifica la bellunese Deon.

In via Col da Ren, invece, stanno lavorando Renzo Rossi, Easy Light e Sicop e in subappalto Edilfutura 2, Pre System, Fida, Socomet, Isolarben e Vetral. L’importo è di 3 milioni 367 mila euro e spiccioli: «L’opera sta andando avanti, malgrado ci sia stata qualche variante al progetto iniziale», spiega il vicecomandante dei pompieri Fabio Calore, «possiamo annunciare che sarà completata entro quest’anno, come prevedeva il programma iniziale. Dopo il necessario collaudo, potremo cominciare il trasloco dallo storico comando di via Gregorio XVI. Nel nuovo, c’è un corpo centrale, che ospiterà la sala operativa e tutti gli uffici e una serie di prefabbricati, nei quali saranno ricoverati mezzi e materiali. Non mancherà niente».

I problemi più urgenti sono diventati due passaggi a livello: quello in fondo a via Prade e l’altro tra via Feltre e viale Europa: «Non traslocheremo nella nuova sede fino a quando non sarà pronto il sovrappasso Marisiga. È impensabile dover effettuare un intervento di emergenza, con le sbarre abbassate. Il rischio sarebbe quello di perdere troppo tempo, in attesa del treno, con il pericolo di non riuscire a domare un incendio. Rimaniamo vincolati dalla costruzione di questa struttura: non abbiamo novità, anzi ne aspettiamo dall’amministrazione comunale e da Veneto Strade, dopo che il più sembrava fatto».

Non ci sono altre possibilità, vie di fuga diverse per le autobotti rosse: «Non abbiamo la precedenza sui treni», allarga le braccia Calore, «non possiamo fare altro che aspettare la costruzione della bretella di collegamento, senza la quale non possiamo lavorare».

La vecchia sede non diventerà né un monumento né un museo: «Sappiamo che il Comune ci sta riflettendo e le ipotesi non mancano. Noi aspettiamo di muoverci».

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