La nuova tariffa dell’acqua salta per “colpa” delle piscine
BELLUNO. Quanto costa la bolletta dell’acqua per far funzionare una piscina? 43 euro all’anno. Fino ad oggi i Comuni hanno pagato solo la quota fissa, ma quest’anno la norma impone di modificare l’articolazione della tariffa dell’acqua e il Consiglio di bacino ha dovuto catalogare tutte le utenze. Comprese quelle pubbliche, categoria nella quale rientrano uffici, impianti sportivi, ospedali, caserme, carceri, scuole. Un lavoro complesso, perché si è dovuto anche stabilire i valori delle quote fissa e variabile e ovviamente far quadrare i conti.
Vantaggi per i cittadini. Al gestore, Bim Gsp, viene assicurata per il 2018 e il 2019 la stessa cifra che ha ottenuto nel 2017 per erogare il servizio idrico, dunque non sono previsti aumenti del costo del servizio stesso. Ma la rimodulazione tariffaria avrebbe portato benefici per i cittadini: sconti, in bolletta, per tutti i nuclei familiari, soprattutto per quelli più numerosi. Una famiglia di quattro persone e con un consumo di acqua medio (150 metri cubi), avrebbe pagato 21,26 euro in meno all’anno, a partire dal 1° gennaio 2018 (la tariffa viene approvata a metà anno ma l’applicazione è retroattiva).
Una famiglia di tre persone avrebbe pagato 8,60 euro in meno per un consumo medio (120 mc), 24,47 euro in meno per un consumo elevato (160 mc all’anno). Due persone avrebbero risparmiato in media 2,68 euro.
Sconti per commercio e artigianato. Il consiglio di Bacino ha lavorato modulando le quote fisse e variabili riuscendo, per la prima volta da alcuni anni, ad abbassare il costo dell’acqua per le famiglie. Ha previsto aumenti per le utenze domestiche non residenti (da 2 a 18 euro in base ai consumi), riduzioni dei costi per le industrie, il mondo del commercio e dell’artigianato, aumentando di circa 10 euro all’anno le bollette per le utenze rurali: ovvero rustici, tabià, casere abitate saltuariamente. Ma il provvedimento non è stato approvato.
Scintille in sala. Ieri in assemblea è mancato il numero legale al momento di votarlo, sia perché all’appello erano presenti un terzo e poco più dei sindaci (situazione sempre più frequente nelle assemblee) sia perché un paio di amministratori hanno dovuto andarsene dopo un’ora di discussione per precedenti impegni. Sia, infine, per l’uscita dalla sala dei sindaci di Santa Giustina e Alleghe, contrari alla nuova tariffa per quanto riguarda piscine e palaghiacci.
Duemila euro per far funzionare una piscina. Fino ad oggi i Comuni pagavano solo la quota fissa per questi impianti, come per le scuole. Ovvero 43 euro all’anno. Il consiglio di Bacino ha proposto un’articolazione tariffaria che farà costare circa 2000 euro all’anno la bolletta idrica per una piscina. Elevati anche i costi per un palaghiaccio, che di acqua ne consuma parecchia se si pensa che per rifare il ghiaccio ne servono 200 litri, ha spiegato il sindaco di Alleghe Siro De Biasio. E durante una partita l’operazione va ripetuta quattro volte. Ennio Vigne (Santa Giustina) ha criticato anche il fatto che non si sappia se ci sono utenze pubbliche prive di contatore, tant’è che Gsp ha inviato lettere a tutti i Comuni per verificare la situazione, sulla base dei dati catastali degli immobili e delle utenze censite.
«Non si può trascurare il ruolo sociale di un impianto come la piscina», ha evidenziato Vigne, annunciando il suo voto contrario alla nuova tariffa, che prevede un costo per la parte variabile di circa 10 centesimi a mc. «Io invece ritengo corretto che si paghi l’acqua che viene usata, anche nelle piscine comunali», ha replicato l’assessore di Belluno Stefania Ganz. Viste le perplessità, e stante la mancanza del numero legale, la tariffa non è stata approvata ieri. I sindaci si ritroveranno a metà luglio per discutere le modifiche, fermo restando che se si abbasserà il costo per le piscine (impianti dei Comuni) bisognerà alzarlo ad una o più tipologie di utenze, perché da qualche parte i soldi dovranno arrivare.
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