La panetteria di Borgo Prà chiude i battenti domani

L’esercizio commerciale di Tarcisio Fasan aveva aperto nel marzo 2017. «Ma sono stato lasciato solo e non ce l’ho fatta a tirare avanti così»

BELLUNO. Domani chiuderà la panetteria di Borgo Prà. A neanche un anno di distanza dalla sua apertura, l’attività avviata da Tarcisio Fasan, 52 anni, di San Zenone degli Ezzelini, non ha resistito alla crisi.

«Dai primi di marzo 2017 ho aperto questo negozio dove si vende pane, formaggio, salumi e anche altri prodotti da scaffale. Insomma, quello che dalle mie parti si chiama il negozio del “casolin”. Fin dall’inizio ero dubbioso sulla sorte di questa attività a borgo Prà, ma poi mi hanno convinto i membri del Comitato Aurora, quel comitato nato per far rinascere e rivivere questa parte del comune di Belluno dove vivono 1500 famiglie. Ma purtroppo di tutte queste persone, pochissime sono in realtà entrate nel mio negozio in questi mesi. Per poter sopravvivere sarebbero bastati 100 clienti, ma così non è stato. E così a distanza di neanche un anno sono costretto a chiudere i battenti».

A Fasan, che era conosciuto a Belluno per aver gestito un’altra rivendita di pane in città tre anni fa e che ogni giorno si faceva 70 chilometri per arrivare qui, resta molto rammarico. «Qui non si riesce a decollare in queste condizioni. Peccato perché avevo diverse idee per il quartiere. Avevo proposto», racconta il commerciante, «di portare qui anche una tabaccheria, di aprire un’edicola, un gioco del lotto e altre iniziative come di istituire “il borgo in fiore” a fine maggio. Insomma, c’erano tante possibilità per poter richiamare gente in un borgo che è molto bello se solo fosse un po’ più animato. Ma alla fine ogni mia proposta non andava bene. E domani chiuderò tutto», dice con dispiacere Fasan che è sempre più sfiduciato.

Intanto, a testimoniare che ormai l’attività è agli sgoccioli, ieri pomeriggio la panetteria era chiusa.

Qualche altra attività a Borgo Prà è partita in questi anni, soprattutto di liberi professionisti. Quella di Fasan era l’unica di tipo commerciale. Il borgo da tempo è oggetto di richieste da parte del comitato al Comune perchè ci metta mano, rendendolo più appetibile e “dignitoso”, ma finora questi appelli sono rimasti inascoltati.

Qualcuno fa presente che il quartiere è ben servito anche dai mezzi pubblici e quindi per uno che risiede nel borgo diventa forse più stimolante prendere l’autobus e salire in centro dove, oltre alla spesa, può farsi anche una passeggiata, trovare qualche amico e magari anche bersi un caffè in compagnia.

«Purtroppo non ce l’ho fatta a tenere aperta questa realtà in queste condizioni, mi spiace molto che sia finita così, ma una parte di responsabilità ce l’ha anche il comitato Aurora che aveva promesso di sostenermi nell’impresa. Sapevo che sarebbe stato difficile, ma non così. Peccato, poteva essere un’opportunità importante per il quartiere e per la città».

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