La Pazienza di Giobbe torna a splendere in ricordo di Giovanna
BELLUNO. “La pazienza di Giobbe” è ritornata al suo originario splendore. Un traguardo importante per la città di Belluno e non solo. Un risultato raggiunto dopo un lungo percorso e che è stato festeggiato con un incontro aperto al pubblico in cui è stata presentata l’opera di Sebastiano Ricci e il suo restauro. Un momento di soddisfazione e di gioia a cui si è affiancata però anche la tristezza: il restauro è stato infatti dedicato a Giovanna Galasso, già conservatrice del Museo civico di Belluno, scomparsa nell’agosto 2011. «L’opera era particolarmente amata da Giovanna», ha sottolineato commossa Orietta Ceiner, responsabile Archivio storico di Belluno, «e l’aveva sotto gli occhi tutti i giorni, appesa nel suo ufficio». «Rattrista tutti che non possa essere qui oggi per vedere “La pazienza di Giobbe” così come è stata recuperata. Siamo addolorati anche per l’assenza di Gabriella Dalla Vestra (scomparsa meno di due mesi fa, ndr), che fu promotrice del restauro», ha aggiunto Adriana Biasci, presidente Amici del Museo.
Ed è stata proprio quest’associazione a fare da capofila, tra il 2011 e il 2012, al progetto che ha permesso di restaurare l’importante lavoro di Ricci, che da dicembre è stato ricollocato nel suo percorso espositivo, nella sala dedicata all'artista, al Museo civico. «L’impegno era iniziato con la precedente amministrazione», ha ricordato l’assessore Claudia Alpago Novello. «Si tratta di un’operazione fondamentale per la nostra città, anche dal punto di vista del valore divulgativo. L’opera di Ricci potrà poi trovare collocazione nel nuovo museo della città, a Palazzo Fulcis».
“La pazienza di Giobbe” fu acquisita dal Comune nel 1959. Entrò però nella letteratura dal 1964, quando Egidio Martini, che ne era proprietario prima di cederla all’amministrazione, ne citò la provenienza lombarda. Nell’opera è raffigurato un episodio legato alla figura di Giobbe, oggetto di una spietata scommessa tra Dio e Satana. «Giobbe superò tutte le prove e mantenne la sua fede in Dio», ha spiegato Denis Ton, conservatore del Museo civico, «e nel quadro è rimproverato dalla moglie proprio per la perseveranza della sua fede. Ciò che colpisce dell’opera è la tridimensionalità, resa possibile anche dalla presenza di una corniciatura in finto stucco».
“La pazienza di Giobbe” è databile nel periodo a cavallo tra Seicento e Settecento e la drammaticità dell’espressione del volto di Giobbe, così come raffigurato da Ricci, testimonia il legame con la cultura barocca. «Si tratta di un lavoro pensato per un apparato decorativo, forse per un affresco», ha aggiunto Ton.
A sostenere gli Amici del Museo nel progetto di restauro sono intervenuti anche Archivio Storico, Fondazione Angelini, la Dante Alighieri, Circolo Morales, Circolo culturale bellunese, Inner Wheel e Soroptimist. «Il dipinto presentava un’importante perdita materica, probabilmente dovuta anche alla tecnica pittorica impiegata dal maestro», ha sottolineato Renza Clochiatti Garla, che ha curato il restauro. «Ho dovuto inoltre provvedere a eliminare le polveri, nonché alcune colature scure che avevano intaccato i colori».
«Giovanna sarebbe felice di vedere nella sua originaria bellezza quest’opera che le era tanto cara», ha evidenziato Giovanna Valenzano, docente di beni culturali a Padova. A ricordare la figura della studiosa scomparsa sono intervenuti anche Marta Mazza e Luca Majoli della Soprintendenza: «Giovanna è riuscita a sistematizzare la conoscenza», ha detto la prima, «facendo del Museo civico un’entità organizzata e strutturata».
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