La piccola impresa feltrina pronta a fare assunzioni

L’Appia guarda con ottimismo al futuro del settore aspettando la ripresa Cossalter: «C’è richiesta di informazioni su come funziona il Jobs act»

FELTRE. Segnali positivi dall'Associazione provinciale piccola industria e artigianato di Feltre. Le piccole attività tengono il passo e riescono a stare sul mercato. E molti sono in attesa di poter assumere con le nuove regole previste dal Jobs act. C'è fiducia che il 2015 porti un po' di ripresa, mentre è il commercio che sta avendo più difficoltà rispetto al resto.

A dirlo è il responsabile della sede feltrina dell'Appia, Dino Cossalter: «C'è una certa richiesta di informazioni su come funziona il Jobs act. E quando si chiedono informazioni c'è anche l'interesse per passare a un discorso di assunzione», spiega. «A qualcuna abbiamo consigliato anche noi di aspettare chiarezza, perché le aziende cercano di sfruttare questa normativa migliorativa». I dati di massima in mano all'Appia dicono che il turnover delle aziende che chiudono e di quelle che aprono è positivo nel corso del 2014: «Le cessazioni non superano la quindicina», aggiunge Dino Cossalter. «È la solita quantità di cessazioni che ci sono tutti gli anni di ditte che nascono e muoiono, però per noi il saldo di imprese che aprono e chiudono è positivo, dopo il 2013 in cui il saldo è stato più o meno alla pari». Si nota un'inversione di tendenza incoraggiante, «ma soprattutto questa richiesta di informazioni sul poter assumere in maniera diversa rispetto a prima», rimarca il responsabile dell’associazione di Feltre. «Prima c'era la paura di non riuscire a gestire la situazione in un momento di difficoltà, mentre con queste novità l'azienda si sente più sicura per affrontare l'assunzione, magari per un anno intanto per vedere come vanno le cose».

Nell'area del Feltrino gravitano 2.300 aziende circa in Camera di commercio. «Stiamo notando una certa tenuta sia del mercato del lavoro che dal punto di vista delle imprese», dice ancora Dino Cossalter. «Non ci sono particolari scostamenti rispetto all'anno precedente in fatto di cessazioni di attività d'impresa, se non qualche piccola attività di ditte individuali, cosa abbastanza fisiologica nella turnazione. Non ci sono aziende che stanno chiudendo più di quella che è la normalità tutti gli anni». Per il 2015 la prospettiva «è abbastanza buona per le aziende che sono rimaste sul mercato, dopo che negli ultimi anni è stata fatta una pulizia non da poco», prosegue il responsabile dell'Appia.

«Nel mondo dell'edilizia, dove c'è una crisi importante, per noi che trattiamo piccole imprese questa crisi ha comportato il fatto che per esempio non ci sono più le grosse aziende da fuori che vengono a costruire, mentre vengono richiesti lavori di ristrutturazione, interventi magari minimali che però danno lavoro alle ditte delle dimensioni che abbiamo sul territorio. Quello che si vede è che qui non si sviluppano lavori di intensità importante, diciamo sopra i 200-300 mila euro». Quanto alle aree che soffrono un po' di più, «sono quelle un più periferiche, che gravitano un po' meno sul Feltrino». Quello che preoccupa di più invece è la fiscalità: «È un disastro e se non si mette mano a uno sfoltimento delle normative non se ne va fuori. La fiscalità degli enti locali comincia a diventare ingestibile: ci sono troppe norme che si accavallano, ogni Comune fa per sé e sta diventando un guazzabuglio. L'ultima confusione è quella sull'Imu sui terreni montani, per cui ad oggi non sappiamo cosa fare e al 26 dovremo far pagare la gente».

Raffaele Scottini

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