La pioggia impedisce gli sfalci in quota: agricoltori in allarme
BELLUNO. Il maltempo compromette gli sfalci. Ma anche la qualità del foraggio e, di conseguenza, del latte. A lanciare l’allarme sono gli allevatori e le aziende lattiero casearie della parte “alta” della provincia di Belluno.
Il problema è costituito dalle continue e troppo frequenti piogge, che hanno impedito di procedere al taglio dell’erba nei periodi in cui normalmente viene effettuato. Ma la questione è anche un’altra: se, come si spera, il maltempo concederà una tregua e ci saranno delle giornate di sole, quella che si andrà a tagliare sarà un’erba “legnosa”. Il fieno non potrà essere di buona qualità. «Lo sfalcio normalmente viene fatto tra la fine di giugno e l’inizio di luglio», spiega Milo Veronese, presidente dell’Associazione provinciale allevatori, oltre che gestore di un’azienda in Cansiglio e alla guida della Latteria di Fregona.
«Le piogge non lo hanno reso possibile. Siamo già alla metà del mese. Se non riusciamo a sfalciare nel giro di una settimana, non riusciremo a fare il secondo taglio, per cui solitamente si procede in agosto». Di foraggio in Cansiglio quest’anno ce n’è, dal momento che i coltivatori hanno provveduto a realizzare le recinzioni per proteggersi dai cervi.
«Tuttavia l’erba in questi ultimi giorni ha fiorito e non è di buona qualità», aggiunge Veronese, «e il foraggio con un Ndf (che indica la presenza di frazioni fibrose, ndr) alta è meno digeribile dal bestiame. Di conseguenza, le rese di latte vanno a diminuire».
Sempre in Cansiglio opera Mirco Breda, presidente del Centro caseario di Tambre, che conta 6 soci conferitori. «La situazione è grave e stiamo aspettando il bel tempo», commenta. «La qualità del foraggio è compromessa, anche a livello di maturazione. L’erba, allettata dal vento e dalla piogge, sta lentamente marcendo su se stessa».
E il terreno bagnato crea ulteriori problemi per chi deve procedere al taglio dell’erba in pendenza. Lo sanno bene gli abitanti di zone dell’Alpago come Tambre e Spert. Così come gli allevatori e gli agricoltori di Livinallongo. «Le troppe piogge rendono impraticabili i terreni anche che se fa bello. Ci vuole tempo prima che asciughino e dovrebbe esserci il sole per parecchi giorni», evidenzia Christian Grones, presidente della Latteria di Livinallongo, che conta 15 soci.
«Tagliare l’erba in aree con forte pendenza e la terra bagnata, oltre che essere complicato, è molto pericoloso. Abbiamo tutti e mezzi e le tecnologie necessarie, ma il rischio c’è». «Contiamo 5 aziende più grosse, con oltre 30 capi di bestiame, e altre più piccole», dice ancora Grones.
«Abbiamo poi una malga in gestione dove sono presenti vacche da latte. Il terreno intriso di acqua crea anche danni alle zampe di questi animali, che fanno fatica a camminare. Se fossimo a Bolzano, solo per fare un esempio, con una situazione di questo tipo sarebbero già arrivati degli aiuti per compensare il mancato reddito o per acquistare fieno di buona qualità. Qui è tutto a spese nostre».
Se la situazione è già compromessa nelle località sopra gli 800 metri, sopra i 1800 l’erba al momento è ancora fresca. Ma ancora per poco se le condizioni meteo non saranno favorevoli e non si potrà procedere al taglio. «Mi auguro che tramite le associazioni di categoria si possa mettere in piedi qualcosa per provvedere a questa situazione fortemente critica», fa presente Grones.
«Si è arrivati al punto in cui si potrebbe chiedere lo stato di calamità». Non va meglio in Comelico. «Non mi ricordo un’annata come quella che stiamo vivendo», dice Prosdocimo Costan, presidente della Cooperativa agricola La Genzianella, che riunisce una quindicina di soci e produce circa 6.000 quintali di formaggio all'anno. «La produzione di latte purtroppo ne risentirà».
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