La presidente Berton: «C’è bisogno di competenze e coesione»

Confindustria, la neo eletta illustra il suo programma, considera essenziale l’autonomia  e critica la politica: «Mette le imprese di fronte a scelte drammatiche»



Innovazione, competenza e confronto. In Confindustria Belluno Dolomiti inizia una nuova era, quella della presidente Maria Lorraine Berton, eletta giovedì sera in un’assemblea dai numeri record con il 90% del gradimento. Berton, già vice di Luca Barbini e presidente di Sipao per otto anni, è un’imprenditrice di esperienza che si colloca in continuità con il recente passato, ma con l’intenzione di portare una spinta innovativa. «Non era scontato che l’assemblea scegliesse una donna e credo che sia una prova di maturità degli imprenditori bellunesi», spiega Berton che ringrazia il suo predecessore Barbini e sottolinea proprio la partecipazione registrata giovedì, quando a villa Doglioni Dalmas sono arrivati praticamente tutti gli imprenditori della provincia, anche quelli delle grandi aziende.

«C’è un grande bisogno di confronto e condivisione», osserva la neo presidente. «In un momento in cui la politica è lontana dalle imprese, è importantissimo che l’associazione faccia lobby. Dobbiamo indicare ciò che è necessario per far crescere le aziende, anzi, dobbiamo pretenderlo, perché un Paese senza imprese è destinato al declino». Berton parla chiaro: «La politica deve ripensare a quello che sta facendo in questi mesi: il decreto dignità è uno tsunami per le imprese e i numeri che dà il governo non corrispondono alla realtà. Il reddito di cittadinanza, oltre ad essere offensivo nei confronti di chi lavora, mette le imprese di fronte a scelte drammatiche quotidiane. La solidarietà verso chi ha davvero bisogno si può fare ben diversamente, oltre al fatto che in questo momento ad aver bisogno sono le imprese, che creano lavoro e sostengono il Paese».

La massiccia presenza di giovedì conferma le parole della presidente, insieme ai 40 recenti iscritti, che portano Confindustria Belluno Dolomiti sulla soglia dei 400 associati.

Europeista convinta proiettata ad un livello internazionale, Berton sente l’urgenza di far emergere l’imprenditoria femminile e giovanile attraverso una mappatura che sarà utile per un sostegno mirato a realtà ad alto potenziale. Ma ancora più importante è convincere i giovani a restare nel bellunese, o meglio a tornare: «Fare esperienze altrove è utilissimo, ma abbiamo bisogno che tornino, qui serve personale specializzato. Il lavoro c’è, ma lo spopolamento ci sta mettendo i difficoltà». Nel registrare le problematiche più importanti, Berton non si lascia andare alla negatività: «Sarebbe bello continuare con i numeri del 2017, ma gli eventi politici non lo consentiranno. L’Italia è in recessione e abbiamo davanti 4 anni non semplici. Anche l’occhialeria, dopo cinque anni di crescita a doppia cifra, ha subito un arresto. La fortuna di Belluno è che lavoriamo molto con l’estero e nelle ultime settimane ci arrivano segnali incoraggianti».

Due le strade su cui puntare, secondo la neo presidente: il Made in Italy che resta un valore aggiunto in diversi settori e l’autonomia della provincia di Belluno. «Un’autonomia fondamentale, a patto che non si sostituisca il centralismo romano con quello regionale. Non vogliamo togliere niente a nessuno, non è una partita Nord contro Sud, ma un modo di valorizzare le diversità e le potenzialità di questo territorio; è un mezzo, non l’obiettivo, per aumentare la competitività. Autonomia significa fare scelte appropriate ad un territorio». —

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