La presidente della Provincia di Belluno: i soldi o torneremo a protestare
AURONZO. La Provincia di Belluno sbanda pericolosamente lungo la strada che porta a Misurina. Una metafora certo, utile però a inquadrare la situazione in cui versa l'ente. Il sit in di protesta, organizzato in una location tanto suggestiva quanto simbolica, ma al tempo stesso fuori portata e dunque incapace di favorire la partecipazione, ha confermato le indicazioni dei giorni scorsi: senza lo sblocco dell'annunciato decreto enti locali, si rischia il collasso con conseguenze drammatiche e soprattutto molteplici.
Il lago di Misurina avvolto dalla nebbia accoglie le divise sgargianti dei dipendenti di Veneto Strade: sono loro, oggi, sotto la luce dei riflettori, anche se non c’è nulla da festeggiare. Proprio il sistema viario potrebbe essere il primo a capitolare senza le necessarie coperture finanziarie, assicurate dal governo a parole, ma al momento ancora arrivate nei fatti. Nasce qui la protesta della Provincia, voluta dal suo presidente Daniela Larese Filon simbolicamente a Misurina: «Siamo qui perché non ci sono solo le strade di pianura che richiedono sì manutenzione, ma in condizioni più semplici. La provincia di Belluno è composta anche da 11 passi di montagna, serviti da strade che invece richiedono un’attenzione particolare legata alle avverse condizioni metereologiche con cui sistematicamente bisogna fare i conti in qualsiasi stagione dell'anno».
Dalla presidente arriva puntuale la conferma che suona come un grosso campanello d'allarme: «Non chiediamo solo che si sblocchi il decreto enti locali, ma che all'interno dello stesso decreto ci siano i fondi necessari affinché la Provincia possa gestire al meglio la situazione legata a strade e scuole superiori. Senza lo sblocco del decreto enti locali di fatto la Provincia è costretta a fermarsi, visto che non è più in grado di assicurare la sua funzione andando contro peraltro alle norme costituzionali».
Simbolica la scelta di Misurina, altrettanto simbolica la scelta di dare vita a un momento di confronto collettivo davanti alla casa cantoniera situata a due passi dal lago, una delle tante che l’ente Provinciale su invito del demanio potrebbe mettere in vendita al fine di recuperare qualche soldo: «Ma i prezzi fissati dal demanio sono eccessivi e dunque la vendita al momento mi sembra una strada poco percorribile», sottolinea la Daniela Larese Filon, che ha poi aggiunto come la protesta avviata ieri potrebbe proseguire nei prossimi giorni, «al fine di mantenere alta l'attenzione su un problema grave. Venerdì saremo a Belluno per difendere le scuole, ma siamo disposti a scendere nuovamente in piazza almeno fino a quando non uscirà il decreto enti locali».
L’incontro di Misurina, durato un’oretta, complici anche le temperature tutt’altro che primaverili, non è stato accompagnato dal tradizionale balletto di cifre. Anche in questo caso, però, la sensazione emersa è la stessa annunciata a più riprese nei giorni scorsi, ovvero che i fondi promessi dal governo riusciranno a coprire solo in parte le reali necessità dell'ente. E allora come ovviare a questo ulteriore problema? «Facciamo un passo alla volta», risponde diplomaticamente la presidente Larese Filon, «aspettiamo prima il varo del decreto poi ci regoleremo di conseguenza. Di certo il solo decreto enti locali non riuscirà a risolvere tutti i problemi della Provincia di Belluno che è una delle più sacrificate a livello nazionale. Ad oggi non siamo in grado di quantificare ciò che il nostro territorio riceve dallo Stato, considerando anche una burocrazia che si perde in mille rivoli. Quello che però chiediamo e sul quale insisteremo è che almeno per strade e scuole ci vengano garantiti i soldi di cui necessitiamo».
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