La procura apre un’indagine su viadotti e ponti bellunesi

Il procuratore Luca ha delegato la polizia stradale a controllare la situazione delle principali infrastrutture, dopo l’inchiesta di Avellino sullo stato dell’A27



Indagine conoscitiva sulla situazione delle principali infrastrutture viarie in provincia. Dopo l’inchiesta della Procura di Avellino sulle barriere laterali dei viadotti autostradali che coinvolge anche le barriere di Ponte nelle Alpi e Rio Salere, il procuratore Paolo Luca, per conoscere la situazione delle principali infrastrutture viarie nel territorio provinciale, ha aperto il registro degli atti che non costituiscono una notizia reato.

MODELLO 45

Ieri mattina il magistrato ha aperto il modello 45 nel quale raccogliere, appunto, quegli atti che riguardano una fase di accertamenti preliminari. Si tratta di un fascicolo conoscitivo, senza indagati, ma che di fatto delega alla Polizia stradale un controllo a tappeto, in tutta la provincia, sullo stato di salute delle principali infrastrutture viarie. La Procura della Repubblica di Belluno vuole vederci chiaro e non si limita ai viadotti autostradali finiti nell’inchiesta avviata dalla Procura di Avellino, ma comprende anche i ponti importanti della provincia, come il ponte Cadore, lungo 1.150 metri e alto 184 metri, situato tra Pieve e Perarolo sopra la gola del Piave lungo l’Alemagna. Aperto nel 1985 (la costruzione era iniziata tre anni prima), è il secondo ponte su strada statale più alto d’Italia, preceduto per un solo metro di differenza dal viadotto Sente, sulla linea di confine tra Abruzzo e Molise.

L’INCHIESTA DI AVELLINO

La Procura campana ha notificato ad Autostrade per l’Italia la richiesta di consegnare la documentazione sugli interventi effettuati sulle barriere laterali dei viadotti autostradali, per un’inchiesta che si allarga al Veneto e ai viadotti bellunesi Rio Salere e Ponte nelle Alpi dell’A27. Tutto nasce dall’incidente del 2003 di Monteforte Irpino, dove la sera del 28 luglio un pullman precipitò dal viadotto Acqualonga dell’A16 Napoli-Canosa. Durante le indagini seguite a quella tragedia sono emerse testimonianze che hanno richiesto un approfondimento. La preoccupazione riguarda la capacità dei new jersey in cemento di contenere gli urti dei veicoli.

In relazione ai due viadotti dell’A27, alcune imprese intervenute a fare manutenzione negli anni passati avrebbero rilevato attraverso i sensori anomalie nella profondità dei sistemi di ancoraggio. Ma la locale Direzione di Tronco di Autostrade per l’Italia ha rassicurato che «i crash test hanno confermato il massimo standard di contenimento delle barriere». —



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