La procura: processare il sindaco Padrin

Abuso d’ufficio e falso le ipotesi di reato. Pavone: incompatibili i ruoli di addetto stampa dell’ente fiera e di primo cittadino

LONGARONE. Sindaco e addetto stampa di Longarone Fiere. Due ruoli incompatibili, secondo il procuratore capo Francesco Saverio Pavone, che ha chiesto il rinvio a giudizio per abuso d’ufficio e falso in atto pubblico di Roberto Padrin. Le indagini preliminari svolte dai carabinieri nel Nucleo investigativo di Belluno e sollecitate anche da una serie di esposti del capogruppo della minoranza in consiglio comunale Celeste Levis sono terminate. Sono stati interessati la Corte dei Conti, l’Ispettorato del lavoro, la Prefettura e la stessa Procura, che peraltro si stava già muovendo autonomamente.

L’abuso d’ufficio consisterebbe nel fatto che Padrin si sarebbe assicurato un ingiusto guadagno economico, firmando una serie di contratti di collaborazione coordinata e continuativa con l’ente Longarone Fiere srl, anche dopo essere stato eletto primo cittadino. Prima non c’erano problemi, il fatto è che il Comune di Longarone è socio di maggioranza, anche se soltanto relativa, con una quota del 21,5 per cento e c’è il decreto legislativo 267 del 18 agosto 2000, che al comma 5 dice: «Al sindaco e al presidente della Provincia, nonché agli assessori e ai consiglieri comunali e provinciali è vietato ricoprire incarichi e assumere consulenze presso enti e istituzioni dipendenti o, comunque, sottoposti al controllo e alla vigilanza dei relativi comuni e province». In poche parole, controllore e controllato non possono essere la stessa persona, perché sennò si commette un reato punito dall’articolo 323 del Codice penale. La contestazione riguarda periodi compresi tra il 21 settembre 2009, giorno dell’elezione a sindaco, e il 31 dicembre 2014, quando il rapporto di lavoro è decaduto. Per la procura, Padrin si è inizialmente dimesso, salvo poi firmare un altro contratto di collaborazione, una volta rassicurato da alcuni avvocati sulla propria, legittima posizione e continuare a svolgere questo doppio ruolo.

La seconda ipotesi di reato si configurerebbe nel fatto che il primo cittadino e vicepresidente della Provincia avrebbe attestato falsamente , nella dichiarazione sostitutiva di certificazione allegata alla delibera 46 del 14 giugno 2014 del consiglio comunale di Longarone, di non trovarsi in alcuna situazione tale da impedirgli di essere eletto o di incompatibilità con la carica di sindaco, mentre risultava essere collaboratore con contratto di Longarone Fiere e, dunque, sottoposto al controllo del Comune.

Le indagini si sono svolte sugli accertamenti della Direzione territoriale del lavoro, sulla documentazione che attesta il rapporto di lavoro e la retribuzione e delle testimonianze.

Padrin ha ricevuto la notifica di fine indagini e ha nominato come avvocato di fiducia Maurizio Paniz. Manca la data dell’udienza preliminare, nella quale il gup deciderà se mandarlo a processo o meno.

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